- Prezzemolo & Vitale chiede al Comune di Palermo e alla Regione un risarcimento di 2 milioni e mezzo di euro per i danni dovuti all’alluvione del 15 luglio 2020.
- Per i periti di parte, l’amministrazione comunale era a conoscenza dell’incapacità dei sistemi di difesa idraulica già dal 1987
Un risarcimento da 2 milioni e mezzo di euro. È quanto chiede Prezzemolo & Vitale, nota catena di supermercati, al Comune di Palermo e alla Regione Siciliana per l’allagamento delle strade e la mancata manutenzione e gestione dei flussi di scarico pluviale. La vicenda risale all’alluvione del 15 luglio 2020, quando il capoluogo siciliano venne sommerso dalla pioggia, causando l’allagamento di alcune zone della città. Alcuni cittadini rimasero intrappolati nelle loro autovetture in viale Regione Siciliana.
Si contarono danni ingenti in varie parti della città e, solo per fortuna, non ci furono vittime. In quelle ore, anche l’area tra viale Regione Siciliana e via Aquileia, sede di uno dei magazzini del supermercato, in cui erano custoditi oltre due milioni di merce, venne completamente sommersa dall’acqua. I proprietari della catena, dipendenti e collaboratori rimasero impegnati per oltre 72 ore sul posto, per cercare di salvare il salvabile. E’ ancora impresso nella mente dei palermitani lo slogan con il quale la Prezzemolo & Vitale si era rialzata: “L’acqua ci bagna ed il vento ci asciuga” recitavano i cartelli in città, a testimonianza di un’azienda che, nonostante tutto, andava avanti.
Maxi causa contro Comune e Regione
Ovviamente, la società è stata gravemente colpita da quanto accaduto e, per questa ragione, ha deciso di rivolgersi allo studio legale Palmigiano, che da anni opera a fianco di imprese e consumatori vittime delle inefficienze della pubblica amministrazione. A seguito di una consulenza di parte, gli avvocati Alessandro Palmigiano e Licia Tavormina, hanno deciso di citare in giudizio il Comune di Palermo e la Regione Siciliana.
“Dalla documentazione portata alla nostra attenzione, siamo convinti che l’evento poteva essere evitato – hanno spiegato Alessandro Palmigiano e Licia Tavormina – e riteniamo legittimo e fondato che il Comune di Palermo e la Regione Siciliana vengano chiamati a risponderne”.
La perizia: “opere idrauliche richieste dal 1987”
Infatti, da una indagine compiuta da un perito nominato dalla Prezzemolo & Vitale, è emerso che le opere di difesa idraulica nell’area colpita sono del tutto insufficienti e che, per tale ragione, la zona è da decenni esposta a fenomeni come quello accaduto nel luglio 2020. Una carenza già nota al Comune di Palermo all’epoca della redazione della documentazione esaminata e quindi in tempi abbondantemente antecedenti alla data in cui si è verificato l’evento. Peraltro, in modo ancora più esplicito il consulente di parte ha evidenziato che l’inondazione che ha provocato l’allagamento dei locali della Prezzemolo e Vitale S.p.A. “è stata provocata dalla inadeguatezza, ampiamente evidenziata nei documenti ufficiali del Comune di Palermo, dal sistema di opere che dovevano assicurare la difesa idraulica del territorio, ciò anche tenuto conto della mancata realizzazione delle opere integrative previste già nel 1987”.
“Interventi mai effettuati”
Appare evidente quindi che già nel 1987 sussisteva la consapevolezza dell’insufficienza del sistema di difesa idraulica, in generale del territorio cittadino e in particolare dell’area afferente al sistema di canali Passo di Rigano e allo scopo di risolvere la problematica rilevata nel Programma erano previsti degli interventi che non sono mai stati effettuati.
Anche dall’esame della Relazione Generale del Piano di Protezione Civile è emerso con evidenza l’insufficienza delle opere di difesa idraulica dell’area di interesse, ivi comprese le reti fognarie.
In più, la incombente situazione di pericolosità non è stata nemmeno divulgata, preavvisando la popolazione che avrebbe potuto predisporre autonomi apprestamenti per evitare l’allagamento dei propri locali, soprattutto se posti ai piani cantinati e quindi più immediatamente esposti a tale fenomeno.
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