Il movimento 5 stelle ci aveva provato ad impedire nomine nel semestre bianco e poi un emendamento di Formica aveva fatto il resto. Il governatore Rosario Crocetta si era piegato alla volontà del Parlamento siciliano anche se con una bella furbata: commissari o proroghe per i suoi fedelissimi nominati in passato.
Adesso l’ennesima impugnativa da parte del consiglio dei Ministri rischia di fare un enorme favore alla campagna elettorale del governatore. Impossibile stabilire quanto il governo Gentiloni abbia voluto realmente dare una mano a Crocetta e quanto, invece, l’impugnativa sia frutto di un corretto ragionamento nell’interesse generale.
Fatto sta che il prossimo 28 giugno scadono i contratti i 9 manager su 18 nella sanità siciliana, in pratica la metà dei gestori del più grande potere regionale: quello della spesa sanitaria.
Nove nomine che il governo regionale si preparava a fare e che erano state bloccate con una norma inserita, in maniera anomala, nell’esercizio provvisorio approvato a marzo. Ora che il cd,m ha impugnato quella norma il parlamento deve scegliere cosa fare. Tornando in aula e cassando quell’articolo si darebbe via libera alla giunta Crocetta a procedere con le nomine. Resistendo davanti alla Consulta si richierebbe di essere chiamati a pagare un danno erariale in caso di sconfitta. Esiste la terza via, quella di non far nulla e lasciare la patata bollente nelle mani del governatore visto che la legge resterebbe in vigore fino all’udienza e tutte le conseguenze non sarebbero nella responsabilità del Parlamento o almeno non completamente
Così facendo Crocetta si troverebbe in difficoltà. Facendo le nomine rischierebbe di infrangere una legge regionale in vigore anche se impugnata, non facendole rischierebbe l’omissione di atti d’ufficio.
In piedi resterebbe un altro problema. se dovesse essere cassato non il solo articolo ma l’intero esercizio provvisorio, sarebbero a rischioo anche tutti i provvedimenti di spesa della regione assunti nel mese di aprile e fino alla pubblicazione del bilancio di previsione e della Finanziaria.
Un bel pasticcio, non c’è che dire per uscire dal quale bisognerà pur fare qualcosa.
In discussione ci sono le posizioni di 5 manager di aziende sanitarie provinciali e 4 ospedalieri. Si tratta di Gaetano Sirna all’Asp di Messina, Antonio Candela a Palermo, Lucio Ficarra ad Agrigento. Maurizio Aricò a Ragusa, Salvatore Brugaletta a Siracusa. Negli ospedali andrebbero rinnovati i manager del Civico di Palermo Giovanni Migliore, del Villa Sofia – Cervello sempre di Palermo Gervasio Venuti, dell’ospedale Garibaldi di Catania Giulio Santonocito e del Papardo – Piemonte di Messina Michele Vullo.
C’è un mese e mezzo di tempo per decidere il da farsi. E in questo conterà molto anche la decisione del governatore sul fare o meno il rimpasto in giunta. Se Crocetta dovesse far fuorig li assessori e sostityuirli con fedelissimo come più volte ipotizzato, allora potrebbe far l’amplein nominado anche nove manager più che fedeli. Uno scacco non matto ma importante nella partita delle elezioni regionali