Scadono la prossima settimana i contratti di nove dei 18 manager della sanità siciliana. Una vicenda che ha causato molte polemiche nei mesi scorsi ma che adesso sembra quasi essere stata dimenticata.
Dopo l’impugnativa della legge regionale che bloccava le nomine, il governo si prepara a scegliere nove su 18 nuovi ‘capi’ della sanità siciliana. Le scadenze sono previste per fine giugno e dunque l’operazione avverrà in piena campagna elettorale.
Ma non basta l’inopportunità della vicenda a sollevare problemi, critiche e polemiche. Il governatore sembra intenzionato a procedere senza prima passare dal parlamento siciliano. Senza, cioè, una nuova legge che cassi l’articolo dell’esercizio provvisorio impugnato dal consiglio dei Ministri.
Una formula assolutamente irrituale se non illegittima. L’impugnativa, infatti, non blocca l’operatività della medesima legge se prima il Parlamento non sceglie di cancellarla o se non si arriva ad una pronuncia della Corte Costituzionale che ancora non è stata neanche interpellata vistoc he il consiglio dei Ministri ha dato mandato all’Avvocatura di procedere con l’impugnativa che è in fase di predisposizione.
A conti fatti, teoricamente, le nomine sono ancora bloccate e i commissariamenti possibili almeno fino ad una modifica della norma o a un pronunciamento che non arriverà certo prima delle scadenmze dei contratti dei manager.
Per far le nomine, quindi, il governo deve ricorrere al Parlamento al quale chiedere, quantomeno, di cassare la norma impugnata per poi procedere con le regole ordinarie ma sembra che il governatore non intenda fare questo passaggio e, in silenxzio voglia procedere alle nomine. La prossimaè una settimana decisiva. Qualcosa bisognerà fare che siano nomine o proroghe omcommissariamenti. Il rischio, diversamente, è la paralisi di metà delle strutture sanitarie siciliane sul fronte amministrativo.
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