Non uccisero l’anziana Nunzia Carmela Castelli, assolti dopo quasi 8 anni due vicini di casa.
La notizia viene riportata dall’edizione odierna del Giornale di Sicilia.
Il decesso della donna, avvenuto nella sua abitazione di via Messina Marine a Palermo, risale al 23 dicembre 2011.
La 69enne, che accumulava in casa cartoni e plastiche, soffriva di asma e morì a causa del fumo che si era diffuso nell’appartamento, ma l’incendio che ne determinò la morte – secondo l’accusa – sarebbe stato appiccato in maniera dolosa, nell’alloggio popolare, da due vicini, Antonio Di Bella, di 32 anni, e Maurizio Castiglia, di 46 che volevano costringere l’anziana a lasciare la sua abitazione.
Oltre ad Antonio Di Bella, sono state condannate la madre, la zia e la sorella per subornazione di testimone, per avere cioè tentato di ‘aggiustare’ le deposizioni in favore dell’imputato. Per questo reato le pene sono comprese fra i quattro anni e quattro mesi inflitti all’uomo e i dieci mesi della zia, Santa Caracausi.
La madre Paola Caracausi, è stata condannata a due anni (con la sospensione condizionata allo svolgimento di attività sociali), e la sorella, Mariangela a un anno e due mesi.
Come scrive ancora il Giornale di Sicilia, Di Bella rischiava 26 anni di carcere, il suo presunto complice, Maurizio Castiglia, 30. Di Bella invece è stato è stato scagionato del tutto dalle accuse di incendio e di omicidio consumato, contro la Castelli, e tentato, ai danni della figlia disabile della donna, salvata in extremis dalla mamma.
La prima sezione della Corte di Assise, presieduta da Sergio Gulotta, a latere Monica Sammartino, ha pronunciato sentenza di assoluzione e Di Bella e Castiglia sono stati scarcerati.
Drammatico il dibattimento nel corso del quale i due imputati si erano accusati a vicenda.
Il caso era stato archiviato come morte accidentale ma nel 2017 una nuova pista investigativa aveva portato a formulare l’ipotesi del delitto, il cui movente sarebbe stato l’interesse ad impossessarsi della casa della vittima.
In una intercettazione ambientale – effettuata nell’ambito di una indagine che nulla a che vedere con il decesso della donna – un uomo sottoposto proprio a intercettazioni, Rosario Anselmo, era stato ascoltato mentre parlava della Castelli: “Gli hanno buttato benzina sotto la porta e gli hanno dato fuoco… parlando con uno… dice: “Io gli ho messo la benzina”».
Vennero chiamati a testimoniare anche i vicini dell’anziana che riferirono che Nunzia Castelli era stata minacciata più volte da Castiglia e Di Bella affinché lasciasse l’appartamento e sembrerebbe che abbia addirittura pronunciato i loro nomi prima di spirare dicendo che erano stati loro ad appiccare l’incendio.
Tutti questi elementi non sono stati ritenuti sufficienti e Castiglia e Di Bella sono stati scarcerati.