Assolti dal tribunale di Termini Imerese presieduto da Vittorio Alcamo l’ex sindaco di Cefalù Rosario Lapunzina, la segretaria comunale Maria Rosaria Sergi e il vigile urbano Riccardo Liberto che si sarebbe appropriato di circa 4 mila euro di tasse pagate dai mercatari e da automobilisti in soste.
Lapunzina e la Sergi erano accusati di omissione denuncia di reato da parte del pubblico ufficiale e abuso d’ufficio.
Liberto per peculato e falso materiale e ideologico. Il sindaco doveva rispondere anche di peculato per il presunto utilizzo extra-istituzionale della Fiat Panda di proprietà comunale, mentre nei suoi confronti è stato dichiarato il non luogo a procedere per le telefonate con il cellulare di servizio dell’amministrazione.
L’ex sindaco Lapunzina è difeso dall’avvocato Vincenzo Lo Re. La segretaria comunale Sergi dall’avvocato Marcello Montalbano e il vigile urbano dall’avvocato Vincenzo La Grua.
Il vigile urbano, secondo le indagini del commissariato di polizia di Cefalù, si sarebbe appropriato di 1.820 euro delle tasse versate dai commercianti del mercato cittadino settimanale, 1.920 euro frutto degli incassi dei parcheggi comunali a pagamento e altri 261,70 euro provenienti dal parcometro di contrada Mazzaforno.
Un totale di oltre 4 mila euro che invece sarebbero dovuti andare alle casse comunali. Nonostante ciò, il sindaco Lapunzina, la segretaria Sergi e l’allora comandante
Gugliuzza, per l’accusa, si sarebbero astenuti dal prendere provvedimenti disciplinari e dal denunciare all’autorità giudiziaria la condotta del vigile urbano. Anzi, il primo cittadino e la dirigente comunale avrebbero “promosso” Liberto.
“Abbiamo dimostrato nel corso del dibattimento – afferma l’avvocato La Grua – che non c’è stato nessun passaggio di soldi in questi giorni in cui viene contestata l’appropriazione delle somme e che lo stesso vigile urbano si trovava altrove e non era in servizio al mercatino”. Nella vicenda era anche coinvolto l’ex comandante della polizia municipale Antonino Gugliuzza condannato in primo grado a 8 mesi di reclusione in abbreviato e assolto in appello.