“Papà non si meritava questa fine. Non hanno cuore le persone. La stessa fine deve fare, l’hanno ammazzari”, urla una delle figlie appena arrivata davanti al luogo dove è morto il padre.
Quel portico che accoglie centinaia di senza casa è tutto annerito. Porta i segni della barbarie che ha messo fine alla vita di Marcello Cimino.
Cimino era un ex fontaniere, era separato da tre anni. Aveva una casa in via Vincenzo Barone, al Villaggio Santa Rosalia, ma aveva deciso di dimenticare il passato e lasciarsi tutto alle spalle. Da qui la scelta di vivere per strada.
Guadagnava qualche euro vendendo qualche oggetto che trovava in giro nel mercato di Ballarò. Faceva anche qualche lavoretto. I parenti avevano più volte chiesto a Cimino di tornare a vivere in casa, ricevendo sempre un rifiuto. Insieme alle figlie davanti ai fiori lasciati da parenti e semplici conoscenti c’è anche l’ex moglie Jolanda.
“Era sempre pulito e ben vestito – racconta l’ex moglie che non smette di piangere davanti ai fiori -Hanno tolto un padre alle sue figlie. Era una persona per bene, non faceva male a nessuno se non a se stesso, ogni tanto beveva. Ma non dava fastidio a nessuno”.
Una delle tante clochard presenti nei pressi del porticato racconta. “Mi salutava sempre Marcello e mi dava un bacino – dice – Non da tutti quelli che vengono qui mi faccio dare un bacino. Ma Marcello si vedeva che era una brava persona. Non si fanno queste cose. Non è umano fare una cosa del genere”.
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