Il Baretto di Mondello non deve chiudere. Sotto questa egida un centinaio di persone hanno messo in atto un sit-in presso la storica struttura del lungomare della borgata marinara. Ciò per opporsi alla sentenza di sfratto emessa dal Tribunale di Palermo, che obbligherebbe il titolare a consegnare le chiavi all’autorità giudiziaria. Un provvedimento a cui si dice fortemente contrario anche il proprietario della struttura Vincenzo Schillaci.
“Noi cerchiamo di opporci a questa esecuzione per potere proseguire l’attività fino alla fine della stagione. Il Comune dovrebbe fare la sua parte, perchè rischia che ci sia un grave danno patrimoniale. Ciò in quanto la sentenza potrebbe riguardare non solo l’area che interessa il Baretto, ma anche tutto il lungomare. Sui social e in presenza l’opinione pubblica sta rispondendo molto bene in quanto mortificata dalla situazione“.
Un provvedimento a cui il titolare del Baretto si è fermamente opposto. Ciò insieme ai suoi dipendenti ma anche servendosi dell’aiuto di liberi cittadini. Già dalle 9.00 di questa mattina, un folto gruppo di persone ha presidiato l’attività di Mondello, in attesa dell’arrivo dell’ufficiale giudiziario. Sul posto sono giunti anche diversi personaggi del mondo politico, tra cui anche l’assessore al Patrimonio Antonino Sala.
Il rappresentante della Giunta Orlando ha tenuto personalmente a presentare la propria vicinanze ai proprietari e ai lavoratori.”Intorno alle 9.30 è stata depositata dagli uffici degli Affari Legali una richiesta di sospensiva dell’esecutività della sentenza. Questo ci dovrebbe mettere al riparo oggi dalle attività di sgombero per l’attività Baretto“.
Sulla possibilità che la sentenza possa essere elemento di criticità per la gestione del lungomare, Sala sottolinea che “questo è l’elemento iceberg della situazione dell’edificio. Questo è il motivo che mi ha convinto ad intervenire non solo per la ditta. Ma anche per evitare che questo elemento sia un punto di partenza per alienare a terzi non solo questo locale ma anche a tutta la passerella”.
Un elemento, quello della richiesta di sospensiva, sul quale si è impegnato molto il capogruppo del PD Rosario Arcoleo. Il rappresentante Dem, presente al sit-in, ha evidenziato l’esigenza di tutelare il Baretto, al fine di evitare ulteriori contenziosi futuri. “Il Comune ha preso in carico una posizione che non riguarda solo il Baretto ma tutta la parte della costa. Per questo oggi difendiamo Enzo, in quanto storico rappresentante del commercio“.
“Ho avuto un interlocuzione con l’assessore Sala e con l’Avvocatura del Comune – continua Arcoleo – per richiedere la sospensiva dell’atto. La vicinanza ad Enzo è doverosa da parte del PD e dell’Amministrazione. Faremo di tutto affinché questa istituzione possa garantirsi“.
Ma nonostante l’intervento legale dell’Amministrazione, intorno alle 10.30 si è presentato l’ufficiale giudiziario del Tribunale, ovvero la dott. Mercadante, per notificare la sentenza di sfratto. Ma sull’intervento si è posto un problema formale inaspettato. Nell’atto viene posto l’accento sulla possibilità di eseguire l’azione forzosa su circa 37 mq di chiosco. Ma, secondo quanto sostenuto dal proprietario Vincenzo Schillaci, la struttura sarebbe costituita da circa 80 mq di spazi. Una segnalazione che ha reso necessario l’intervento dei tecnici. I loro pareri hanno causato un rinvio della questione al 19 agosto.
Sulla vicenda del Baretto si è espresso anche il consigliere comunale della Lega Alessandro Anello. Il responsabile provinciale, che non ha mancato nei giorni scorsi di fare sentire la propria vicinanza a Vincenzo Schillaci, ribadisce la necessità di trovare alternative allo sfratto. “Il Comune trovi una soluzione allo sfratto del Baretto a Mondello. Un’attività storica alla quale sono legati i ricordi di migliaia e migliaia di palermitani di tutte le generazioni“.
“L’amministrazione guidata dal sindaco Orlando – continua -, al di là dell’infinito contenzioso giudiziario sulla proprietà e sulla locazione del chiosco in piazza Valdesi, che ha contrapposto prima l’Italo-Belga ai titolari dell’attività e poi anche al Comune, ha il dovere di fare di tutto per evitare che un simbolo dell’estate a Palermo venga cancellato a colpi di carte bollate. L’Avvocatura comunale non ha richiesto per tempo la sospensiva e oggi ci troviamo in questa situazione“.
“Orlando abbia attenzione e rispetto per le tradizioni a cui sono affezionati i palermitani – conclude -. Come quel chiosco di gelati che da oltre sei decenni scandisce le vacanze al mare della città. E studi un’alternativa per mantenere aperta l’attività salvaguardando i posti di lavoro. Una soluzione potrebbe essere quella di spostare il chiosco sul marciapiede al centro della rotonda in attesa che si definisca la vicenda giudiziaria, fermo restando che la posizione migliore resta quella sul lungomare. Il Baretto dei palermitani non deve morire“.
Sulla questione ha deciso di intervenire anche la capogruppo del Movimento 5 Stelle Viviana Lo Monaco. La rappresentante pentastellata ha palesato tutte le sue perplessità sulla vicenda Baretto. “La vicenda della sentenza di sfratto che ha investito il noto chiosco del gelato a Valdesi, il Baretto, fa vacillare le nostre certezze rispetto ai rapporti tra pubbliche amministrazioni e privati, che da anni ricorrono alle aule di Tribunale per far valere le proprie ragioni“.
“Al netto della solidarietà che da cittadini sentiamo la necessità di manifestare allo storico gestore della gelateria, in qualità di amministratori locali e di rappresentanti delle istituzioni abbiamo il dovere di fare massima chiarezza su disattenzioni ed eventuali omissioni che nel tempo hanno configurato una situazione paradossale“.
“Come M5S agiremo a livello comunale e regionale al fine di individuare la titolarità sull’intera area della passeggiata. Anche perché questa informazione ha ricadute dirette sulle competenze e sulle responsabilità delle attività di manutenzione e gestione. ll nostro portavoce all’Ars Giampiero Trizzino ha già richiesto copia della concessione tra la società Italo-Belga e il Baretto e con la collega Roberta Schillaci presenterà un’interrogazione in Assessorato per verificare la titolarità del suolo“.
“Da parte mia, ho già chiesto di poter audire in Commissione speciale Trasparenza e Garanzia l’Assessore al ramo e gli Uffici del patrimonio per riferire pubblicamente circa le azioni che intendono portare avanti e affinché possiamo conoscere nel dettaglio gli estremi degli atti già posti in essere (opposizioni a sentenze, titolarità marciapiedi, etc.). Intendiamo anche coinvolgere l’ufficio legale del Comune per comprendere il perché della mancata opposizione alle sentenze del 1985 e del 2008 che avevano dato ragione alla società Italo Belga rispettivamente contro la Regione e contro il demanio, in cui i giudici riconoscevano all’ Italo Belga la proprietà del terreno sotto il Baretto”.