I trasporti pubblici su gomma gestiti dalla partecipata regionale Ast sono a rischio. Lo denuncia l’azienda in difficoltà ma lo lamentano anche i sindacati che hanno indetto una mobilitazione.
Il presidente della Regione Renato Schifani, rispondendo alla richiesta della società partecipata Ast dello scorso 29 dicembre, ha convocato una riunione con i vertici, per valutare le azioni da intraprendere in relazione allo stato di crisi in cui versa l’azienda. L’incontro si terrà martedì 10 gennaio alle 10.00 a Palazzo d’Orleans, a Palermo. Sono invitati a partecipare, tra gli altri, il presidente del consiglio di amministrazione Santo Castiglione, il direttore generale Mario Parlavecchio, gli assessori alle Infrastrutture e all’Economia Alessandro Aricò e Marco Falcone e i direttori generali dei rispettivi dipartimenti.
“Abbiamo chiesto il confronto con i due assessorati regionali, economia e trasporti, abbiamo domandato audizione alle due commissioni ARS interessate, II e IV, il silenzio assordante della politica unitamente alla introversa gestione
dell’azienda ci induce a proclamare presidi dei lavoratori sotto il palazzo del governo regionale e dell’Ars” dicono Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl autoferrotranvieri.
“Abbiamo esortato a più riprese il neo governo regionale a farsi subito carico delle criticità della propria azienda di trasporto pubblico gommato; è stata inoltrata un’apposita richiesta di urgente confronto e nessuna risposta è pervenuta dai due assessorati interessati, Economia e Trasporti. Stessa modalità abbiamo adottato nei confronti delle due commissioni parlamentari ARS, seconda e quarta, deputate alla relativa audizione, anche in questo caso la replica è stata il silenzio. Non ci resta che presidiare i palazzi del governo e dell’Ars con i lavoratori che sono ovviamente preoccupati per il loro futuro”.
A pochi giorni dalla scadenza dell’annunciato cambio dei vertici dell’Azienda Siciliana Trasporti i sindacati continuano, “la nuova governance politica e tecnica della società è apparsa decisamente introversa, forse un compito sproporzionato, forse inadeguato, certo è che i tempi del confronto al tavolo sindacale per problematiche di tale natura, risultano decisamente inappropriati”.Ed aggiungono, “Il tempo scorre inesorabile ed è necessario fare chiarezza sulle modalità con le quali mettere in sicuro i conti dell’azienda e restituire serenità ai circa 800 lavoratori, diretti ed indiretti. Serve un immediato confronto con la proprietà, Regione Siciliana, si butti giù la maschera e si dica realmente cosa riserva il futuro per i lavoratori, non si possono scaricare su 800 famiglie le responsabilità di una politica regionale che negli anni ha prima bloccato le assunzioni nelle aziende partecipate con apposita norma nel 2010, poi consentito l’utilizzo di modalità di assunzione non dirette, infine controllato ed approvato decine di bilanci annuali “in ordine” nella veste di Socio Unico, per poi solamente oggi rendersi conto di “essere su scherzi a parte?”. E concludono, “la storia purtroppo insegna che gli “scherzi”della pseudo-politica e della burocrazia pedante vengono spesso pagati solamente da cittadini e da lavoratori, non resteremo inermi ad aspettare un confronto che ci è dovuto e che continua irresponsabilmente a latitare. Auspicavamo un cambio di passo del nuovo governo regionale, dialogo e confronto costante, non lo intravediamo, presidieremo quindi i palazzi del governo e l’Assemblea Regionale con i lavoratori che non sono fantasmi, da quei portoni la politica dovrà pur passare”.