Nell’ambito dell’inchiesta sui falsi vaccini anti covid19 a Palermo parla uno degli indagati, Filippo Accetta. Aveva paura ma anche la necessità di andare a lavorare. E per questo avrebbe architettato questo finto vaccino. Filippo Accetta, uno dei no-Vax indagati per i falsi vaccini dalla Digos di Palermo, ha chiarito (a suo modo) la sua posizione davanti al gip al carcere di Matera dove ha reso interrogatorio di garanzia, secondo quanto riporta il Giornale di Sicilia. Accetta ha quindi deciso di parlare ed esporre i suoi motivi.
“Non me la sono sentita, avevo paura”
Al giudice per le indagini preliminari Accetta ha detto di non essersela sentita di sottoporsi al vaccino perché aveva paura. Ma allo stesso tempo ha evidenziato che aveva la necessità del rilascio del green pass per poter andare a lavorare, dal momento che è stato introdotto l’obbligo vaccinale per gli impieghi sia nel pubblico che nel privato. “Ho avuto paura di vaccinarmi” ha continuato a ripetere al Gip.
L’indagine
Il leader siciliano dei No Vax è indagato per i falsi vaccini somministrati a Palermo. In questi giorni ha fatto molto discutere il fatto che fosse molto vicino alla Lega e a Matteo Salvini, tanto da distribuire volantini che ritraggono con la scritta “candidato al Comune di Palermo 2022”. Filippo Accetta è stato fermato nei giorni scorsi dagli agenti della Digos insieme a Giuseppe Tomasino e Anna Maria Lo Brano, un’infermiera che lavora all’ospedale Civico di Palermo e faceva finta di inoculare i vaccini nell’hub della Fiera del Mediterraneo, I tre sono indagati per corruzione propria antecedente, falso ideologico in atto pubblico e peculato. Accetta, oltre ad essere un noto leader No Vax che è stato protagonista anche di alcune manifestazioni nazionali, era impegnato in politica con il Carroccio.
L’inchiesta potrebbe allargarsi
Ne parlava Giuseppe Tomasino anche lui fermato di questa storia avvenuta a Palermo il 10 novembre scorso. “Giuseppe – diceva Filippo Accetta intercettato dagli agenti della Digos – io sono con mio figlio. Mio figlio è stravolto in faccia. A me fa male un poco il braccio, a te ti fa male?”. “No – rispondeva Giuseppe che affermava – Io nella bambagia gliel’ho visto buttare”. “A mio figlio gli brucia pure il braccio”. Dopo mezzora Accetta riceva la telefonata di Tomasino: “Filippo ci ho parlato ed è rimasta sbalordita. Sono crisi di panico ha detto, al mille per mille”. Al momento sarebbero 14 i finti vaccinati che si sarebbero rivolti all’infermiera del Civico Anna Maria Lo Brano, in servizio all’hub della Fiera, tra di loro anche una sua collega impiegata nella stessa struttura, un poliziotto di un commissariato cittadino e persino un pluripregiudicato.
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