Sono stati respinti al varco d’ingresso di Palazzo dei Normanni dai vigilantes perché non hanno voluto esibire il green pass i deputati regionali Angela Foti, che è vice presidente dell’Assemblea siciliana, e Sergio Tancredi, capogruppo di Attiva Sicilia.
Tancredi ha chiamato il 112
Tancredi, lo aveva già preannunciato nei giorni scorsi e alla fine lo ha fatto davvero: ha chiamato il 112 per denunciare quello che giudica “un abuso” e si sta recando in caserma per formalizzare la denuncia. “Mi rifiuto di presentarlo, la questione è giuridica – dice – io sono stato eletto dal popolo, mi si impedisce, con un provvedimento amministrativo, di svolgere le mie funzioni parlamentari di rappresentanza”.
“Battaglia di principio”
Sono stati respinti anche dagli assistenti parlamentari all’ingresso principale in piazza Parlamento i deputati Angela Foti e Sergio Tancredi che si sono rifiutati di esibite il Green pass, così come avevano fatto qualche minuto prima nel varco da dove si accede in auto a Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea siciliana.
Foti ha mostrato di avere il green pass ma ha deciso di non esibirlo. “Ho fatto il tampone – spiega – e l’ho fatto per sgomberare il campo da eventuali illazioni perché serve per poter lavorare. La nostra è una battaglia di principio“.
La proposta
Tancredi, anche lui in possesso di Green pass, ha riferito di avere diffidato nei giorni scorsi l’amministrazione e l’ufficio di questura dell’Ars: “Ho chiesto di aumentare a Palazzo i livelli di sicurezza mettendo a disposizione tamponi brevi, così come fanno molte aziende private. Avere Green pass non significa non avere il virus, per cui se la questione è sanitaria si deve procedere in modo diverso”.
Foti riferisce che la segreteria generale dell’Ars ha risposto alla richiesta del deputato Tancredi sostenendo di applicare i provvedimenti nazionali.
Il post su Auschwitz
Tancredi era finito nella bufera pochi mesi fa per un post su Facebook in cui senza mezzi termini paragonava ai numeri tatuati dai nazisti agli ebrei nei campi di concentramento l’idea dell’uso del green pass per fare quasi tutto.
La dichiarazione ufficiale di oggi
“C’è in gioco il principio di base della democrazia e delle libertà personali, non possiamo che essere contrari a questa imposizione che obbliga all’acquisizione di un certificato per poter ottenere persino il diritto al lavoro sancito dall’articolo 1 della Costituzione. Siamo convinti, così come lo sono gli oltre trecento docenti universitari che hanno firmato l’appello contro il green pass, sulla natura discriminatoria di questa misura. La tutela della salute è certamente un diritto fondamentale ma una democrazia non può dimenticare che altrettanto importante è la tutela delle minoranze che vengono discriminate. Allo stesso modo, oggi testimoniamo come anche ai parlamentari regionali regionali il diritto-dovere a svolgere il proprio ruolo di rappresentanza assegnato dai cittadini viene subordinato al possesso del certificato, del quale per senso del dovere ci siamo muniti. Lo Stato non può continuare ad assecondare lo scontro sociale sulla base di provvedimenti coercitivi e ipocriti, per questo esprimiamo solidarietà ai manifestanti No Green pass, la cui repressione è avvenuta in maniera assolutamente sproporzionata e non degna di un Paese civile” dicono Angela Foti e Sergio Tancredi, i due deputati regionali di Attiva Sicilia respinti all’ingresso dell’Ars.
L’intervento del Presidente Miccichè
“Abbiamo avuto un piccolo incidente, alcuni colleghi si sono presentati in portineria senza Green pass e correttamente gli assistenti non li hanno fatti entrare. Vorrei chiarire che qualsiasi iniziativa si voglia assumere lo si faccia, si presenti ricorso al Tar se si vuole: ma la legge dispone all’amministrazione di fare rispettare le disposizioni. Non si può entrare all’Ars senza Green pass”.
Così il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè ha liquidato la questione in apertura della seduta parlamentare.
“Invito i deputati che hanno fatto questa richiesta di ingresso senza Green pass pur sapendo che era inutile, a
desistere da queste iniziative di protesta. Se la legge è illegittima e contraria alla Costituzione non siamo noi
deciderlo’, ha concluso.
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