Protesta dei 160 genitori degli alunni che frequentano o vorrebbero frequentare la scuola dell’infanzia comunale Sardegna, nell’omonima via a Palermo, che rischia la chiusura di una sezione nonostante le tante domande che ogni anno vengono presentate.
La scuola, secondo quanto raccontano i genitori, è un fiore all’occhiello del Comune di Palermo dove grazie ad assistenti preparati e volenterosi, maestre eccellenti nel plesso scolastico è stato costruito un ambiente ideale per la crescita dei loro figli, sia da un punto di vista umano che professionale, ed un modello educativo coerente e rodato da anni di esperienza.
Numerose le attività che svolgono i bimbi, tra queste pre-scrittura, inglese, Lis, attività di ascolto e motoria, presta-libro, teatro, “Asilo nel bosco” (progetto educativo di didattica a contatto con la natura e gli animali).
“Purtroppo nel mese di febbraio, dopo aver presentato a gennaio le domande di iscrizione per l’anno successivo, siamo venuti a sapere che una sezione della scuola è già stata soppressa (e verrà riconvertita in statale) – affermano i genitori – La gestione della vicenda è stata poco trasparente, la comunicazione da parte dell’Assessorato e dell’Unità didattica educativa di competenza è stata assente e noi genitori, sia quelli dei bimbi riconfermati che quelli dei nuovi iscritti (tutti e 48 in lista d’attesa!), non siamo stati informati tempestivamente della triste novità.
Basterebbe tenere in vita la terza sezione della scuola per un solo ulteriore anno (2019/20). Infatti al termine di quest’ultimo una delle maestre andrebbe in pensione e si potrebbe sopprimere (e riconvertire) la sezione “naturalmente”.
Gli incontri con l’assessore Giovanna Marano non hanno chiarito la situazione. Anzi, secondo i genitori, le risposte sono state contraddittorie con i dirigenti.
“Abbiamo fatto riunioni, scritto mail al sindaco Leoluca Orlando ma non siamo ascoltati – affermano i genitori – Vogliamo aprire un dialogo con l’Amministrazione che sembra essere sorda per un disegno politico assurdo e che non porta benefici soprattutto ai nostri figli. Dall’accesso agli atti svolto dagli avvocati sembrerebbe che la soppressione e statalizzazione stia avvenendo secondo criteri assolutamente discutibili legalmente”.
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