Le organizzazioni sindacali FABI, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca Uil, Unisin e le segreterie regionali e aziendali di Crias e Ircac, ancora una volta stigmatizzano il metodo seguito dalla giunta Musumeci nell’affrontare la trasformazione dei due Enti e rilevano la totale approssimazione con cui il governo regionale continua a gestire l’operazione, rischiando di vanificarne la mission.
Contro la procedura erano scese in campo, ieri, anche le organizzzioni degli artigiani
“Dopo il fallimento del progetto iniziale – si legge in una nota – il governo ha scelto di abbozzare in un unico articolo di legge, l’articolo 1 della l.r. 10/2018, il futuro dell’Irca, frutto della fusione degli Enti Crias e Ircac, demandandolo ad un regolamento già più volte rivisitato, non tenendo in conto le modifiche proposte dai sindacati per il buon funzionamento del costituendo Ente e in difesa dei lavoratori”.
Secondo le sigle, “oggi, le modifiche e le abrogazioni allo stesso articolo 1 , inserite dalla giunta nel collegato alla finanziaria, confermano in modo inequivocabile l’assenza di un piano industriale, più volte invocato dalle organizzazioni sindacali, necessario per affrontare compiutamente la trasformazione di Ircac e Crias”.
“Procedendo in tal modo – spiegano – l’ unica certezza che s’intravede è una intollerabile nebulosità sulla futura attività degli Enti, con un conseguente rischio per l’economia dell’isola e per il mantenimento dei posti di lavoro”.
Le organizzazioni sindacali chiedono pertanto di fermare “l’infruttuoso percorso intrapreso” – praticamente un “non percorso”, secondo le sigle – procedendo alla definizione di un serio piano industriale che sia la risultante del dialogo con le associazioni di categoria e con le stesse organizzazioni sindacali che rappresentano i lavoratori degli enti.
“Soltanto il rispetto del metodo, che è sostanza, e quindi merito, un metodo improntato al confronto e all’ascolto – si legge nella nota congiunta – consentirà di affrontare correttamente tutte le complesse questioni in gioco, nell’interesse collettivo”.
“In assenza di un immediato e auspicabile cambio di rotta da parte del governo regionale – concludono i sindacati – saranno espletate tutte le azioni utili al fine di evitare lo scempio che porterebbe alla fine, altrimenti ineluttabile, del credito agevolato in Sicilia”.
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