Mentre cresce il numero dei suicidi legati alla crisi e alla disperazione economica e sociale, gesti estremi che avvengono anche in modo eclatante come forma di ultima denuncia sociale, la Regione si dimentica ancora una volta degli ammortizzatori sociali in deroga. Da due anni non paga cassa integrazione e mobilità in deroga e non si parla di mettere in campo risorse per il 2016 per far fronte all’emergenza.
Sono oltre diecimila i lavoratori siciliani che attendono dalla Regione che paghi la cassa integrazione e la mobilità in deroga relative al 2014. Altrettanti sono quelli che aspettano l’erogazione degli ammortizzatori in deroga riguardanti il 2015. Un esercito di persone, in gran parte delle fasce sociali più deboli e praticamente poveri, a fronte del quale la Regione latita.
“La situazione è di una gravità estrema e il governo si comporta in modo irresponsabile – denuncia la Cisl Sicilia che alza il tono del confronto per voce del segretario Mimmo Milazzo.
Dal suo arrivo in segretaria Milazzo ha cercato proprio il confronto ammorbidendo i toni di un sindacato che con Bernava era stato fortemente critico e aveva portato la gente in piazza per ben due scioperi generali contro il governo regionale.
“All’assessorato regionale al Lavoro non è neppure stato stipulato, ancora, l’accordo-quadro per il 2015 – denuncia preoccupato Milazzo -con le parti sociali”. E Giorgio Tessitore, della segreteria regionale, aggiunge che “da un mese aspettiamo che l’assessore regionale Gianluca Micciché convochi le parti sociali per fissare, congiuntamente, i paletti per il 2016”.
A preoccupare il sindacato sono le somme “largamente insufficienti”, fin qui stanziate. Per il 2014 la disponibilità è di quasi 200 milioni a fronte del fabbisogno calcolato dagli uffici dell’assessorato in 315 milioni per otto province su nove. Mancano i dati del Catanese che pure è una piazza calda su questo fronte. Per il 2015, sottolinea il sindacato, nessuna informazione è stata fornita fino a ora. Ma c’è di più. A rendere incandescente la situazione, lamentano alla Cisl, è la silenziosa indicazione impartita agli associati dalle principali associazioni d’impresa: a licenziare piuttosto che imbarcarsi nell’interminabile e rischiosa vicenda degli ammortizzatori. “Un atteggiamento – punta il dito il sindacato – che per un verso rivela il cinismo degli imprenditori, per l’altro rende più sconsiderato il muro di gomma del governo”.
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