I giudici della corte dei conti hanno dichiarato prescritta la richiesta di risarcimento di ex sindaci e consiglieri comunali del Comune di Monreale per circa 10 milioni di euro.
La procura ha citato in giudizio Salvatore Gullo, Carlo Gambino, Stefano Gorgone, Antonio Pantuso, Maria Rita Petrotta, Fabio Sciortino, Gaetano Sirchia, Antonino Maria Sciacchitano, Giuseppe Bono, Giovanni Brusca, Claudio Burgio, Pietro Capizzi, Vittorio Di Salvo, Bartolomeo Gelsomino, Filippo Giurintano, Marco Intravaia, Massimiliano Lo Biondo, Giuseppe Lo Coco, Giuseppe Magnolia, Girolamo Mondello, Domenico Palma, Giovanni Schimmenti, Fortunata Segreto, Angelo Venturella, Salvatore Zuccaro, Fabrizio Dell’Acqua, Elena Conti, Antonino Fundarò, Giuseppe Leto, Salvatore Billetta, Vincenzo Cassarà, Roberto Oddo, Gaetano Scalici, Marcello Barbaro, Giovanni Carlotta.
Sono stati difesi dagli avvocati Lucia di Salvo, Alberto Marolda, Sabina Raimondi, Andrea Treppiedi, Giuseppe Mammina, Girolamo Rubino, Rosario De Marco Capizzi, Domenico Pitruzzella, Alfredo Geraci, Giancarlo Geraci, Carlo Comandé, Andrea Ciulla, Pietro Alosi, Giovanni Immordino.
La procura ha chiamato in causa 36 persone, tra ex amministratori ed ex dirigenti comunali, ipotizzando per loro il danno erariale nei confronti del Comune di Monreale. I magistrati contabili contestano ai destinatari una vicenda che risale al lontano 2005, quando l’amministrazione in carica era quella di Toti Gullo.
Quell’anno, il 20 aprile, il Comune stipulò un contratto di lease-back con la Carige, vale a dire una retrolocazione finanziaria, cedendo in una sorta di leasing l’immobile di via Biagio Giordano, attuale sede della caserma del gruppo carabinieri Monreale, mantenendo contemporaneamente il possesso del bene ceduto.
Grazie a quella operazione il Comune, che allora aveva casse asfittiche e necessitava di immediata liquidità, ottenne una somma di 8.553.565,70 euro, da restituire con un canone anticipato di 1.454.106,17 euro e 39 canoni semestrali da 203.902,78 euro ciascuno, oltre Iva. Il pagamento, ancora in corso, durerà fino al 2026, quando il Comune dovrà pagare un’ultima maxi rata dall’importo di circa 4 milioni. I giudici hanno stabilito che il danno è ormai prescritto.