La paura del disastro economico finanziario sembra essersi stemperata da sola anche se senza un reale motivo. Nonostante sulla Sicilia penda la spada di Damocle del pronunciamento della Corte dei Conti che ha sospeso il giudizio sulla parificazione del rendiconto generale 2016, dopo l’allarme si tende a gettare acqua sul fuoco, a minimizzare la situazione.
Alla luce dei rilievi della Corte dei Conti sul bilancio della Regione, l’Ars, però si ferma in attesa delle decisioni del governo. La seduta di oggi, durante la quale si sarebbe dovuto iniziare l’esame degli articoli del cosiddetto “collegato”, è infatti saltata: l’aula è stata riconvocata lunedì prossimo, alle ore 16. All’ordine del giorno ci sono le comunicazioni del governo in merito alla sospensione del giudizio di parifica del rendiconto della Regione, da parte della magistratura contabile.
E proprio lunedì scade il termine assegnato dalla Corte alla Regione per presentare le proprie memlorie su cinque contestazioni (altre cinque richiste dal procuratore generale non sono state ammesse dalla Corte e su quelle la Regione avrebbe avuto grandi difficoltà di risposta) a partire dai mancati accantonamenti.
Dunque il governo, concluso il lavoro di preparazione delle memorie, potrà consegnarle alla Corte e utilizzarle anche per spiegare al Parlamento che nel frattenpo resta immobile stavolta con un buon motivo: non si può decidere nulla senza sapere se i conti funzionano perché uno stop al rendiconto generale 2016 avrebbe ricadute inevitabili anche sul bilancio 2017 e sul pluriennale (leggi qui gli scenari)
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