A Palermo e nella provincia non ci sarà razionamento idrico. La scelta è stata fatta ed è politica non certo tecnica. Lem piggie degli ultimi giorni aiutano certamente ma non sono state e non possono essere risolutive a meno che non continui così fino ad aprile inoltrato.
ma qualche centimetro in più nmegli invasi e la dichiarazione dello stato di calamità mettono nelle condizioni Comune e Città metropolitana di tentare la strada che eviti il razionamento.
La conferma è giunta da una riunione tenuta in serata nella sede della città Metropolitana, l’ex provincia di Palermo.
Si è riunito nei Sala Sciascia di Palazzo Comitini, sede della Città Metropolitana di Palermo, il Consiglio Direttivo dell’ATI. In merito alla crisi idrica sono state date le disposizioni ad AMAP per relazionare sulla quantità di risorse disponibili in modo tale da poter chiedere al Commissario per l’emergenza idrica di realizzare le infrastrutture necessarie a superare l’emergenza, senza ricorrere a limitazioni nell’uso di risorse idriche in danno degli utenti, e per impostare, in modo progettuale e definitivo, il sistema idrico con la realizzazione di opere di competenza regionale.
In poche parole la competenza delle opere è della Regione ma quella delle scelte sul razionamento no. Almeno questa l’impostazione che viene da Comune e Città Metropolitana
“Secondo qualcuno già a gennaio del 2017 e con soli quattro giorni di preavviso l’Amap avrebbe dovuto avviare la turnazione della distribuzione idrica a Palermo e in provincia. Invece grazie proprio alla professionalità e all’efficienza dell’Amap e alla collaborazione di tutti i Comuni che ne sono soci, è stato possibile risparmiare alla nostra comunità e ai nostri cittadini provvedimenti sicuramente dannosi. Questo è stato possibile perché l’azienda pubblica Amap, pur in un quadro di efficienza di gestione e contenimento dei costi, ha messo al centro della propria attività i diritti dei cittadini e il principio inderogabile dell’acqua come bene comune ed universale – dice il sindaco di Palermo e presidente di Anci Sicilia, Leoluca Orlando – i dati ci mostrano chiaramente che se da un lato è vero che vi è una drastica riduzione delle precipitazioni, dall’altro, se non vi fossero stae per anni una gestione disastrosa ed una politica confusa da parte della Regione, oggi tutti gli invasi sarebbero comunque pieni, efficienti e sufficienti per far fronte alle necessità del territorio”.
“Tutto ciò è la conferma – continua – della necessità di una gestione interamente pubblica ed efficace che metta al riparo da sprechi, inefficienze e opacità della gestione privata. L’amministrazione comunale di Palermo insieme all’Amap e agli altri Comuni che ne sono soci continuerà a far tutto quanto necessario per evitare disservizi agli utenti. Il commissariamento con la dichiarazione di stato di calamità trova una azienda pronta a contribuire con professionalità e trasparenza anche per sopperire alle carenze più che decennali della gestione regionale. Ci auguriamo che scelte scellerate come quella di buttare a mare 40 milioni di metri cubi di acqua della diga Rosamarina, avvenuta tra il 2016 e il 2017 non si ripetano mai più perché sono un insulto a tutti i siciliani e alle necessità del nostro territorio”.