Tra meno di un mese, in una delle gabbie di Villa d’Orleans, dovrebbero vedere la luce due piccoli avvoltoi della specie capovaccaio, che andranno ad aggiungersi agli altri quattro nati negli anni scorsi.
Un evento eccezionale, considerata la difficoltà per questi volatili a riprodursi in cattività ma, ormai, anche in natura. Solo in Toscana esiste un centro di allevamento per il capovaccaio, un rapace particolarmente delicato e la cui riproduzione è messa sempre più a rischio dai mutamenti ambientali e dai nuovi metodi di gestione degli allevamenti poiché, oltre che di animali morti, si nutre principalmente della placenta delle mandrie.
L’anno scorso, un’altra nidiata non andò a buon fine e adesso, per consentire alla femmina un periodo di cova tranquillo, i lavori nel Parco annesso al Palazzo in cui ha sede la presidenza della Regione Siciliana a Palermo, sono stati fermati, su disposizione del governatore Nello Musumeci, fino al 15 maggio.
Già da una settimana, infatti, tecnici e operai avevano fatto il loro ingresso nella Villa per l’avvio del restauro paesaggistico di cui si occuperà la ditta Zab di Favara che si è aggiudicata la gara bandita dall’amministrazione nel febbraio scorso sulla piattaforma MePa.
“Il prolungarsi dell’annoso contenzioso sulla proprietà degli animali – spiega Musumeci – ha creato una situazione di impasse che soltanto adesso possiamo superare restituendo alla gente un vero e proprio gioiello colpevolmente trascurato e lasciato in uno stato di totale abbandono. Abbiamo programmato un restyling che consenta di ridare splendore a quello che, ancora oggi, è considerato uno dei Parchi urbani più rigogliosi d’Italia e adesso, in un paio di mesi, lo riapriremo al pubblico offrendo anche la possibilità di effettuare visite guidate”.
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