Il Parco Ninni Cassarà di Palermo è chiuso da oltre dieci anni. Il deputato regionale del Movimento 5 Stelle Adriano Varrica, insieme ai consiglieri comunali Antonino Randazzo, Giuseppe Miceli e Concetta Amella e al consigliere di IV Circoscrizione Mirko Dentici, intervengono con una diffida formale al sindaco Lagalla, per denunciare il mancato rispetto delle tempistiche di legge nell’iter per la riapertura del polmone verde palermitano, inibito al pubblico dal 16 aprile del 2014, quando venne sequestrato dalla magistratura per la presenza di materiali potenzialmente nocivi.
“Ad aprile – spiega Adriano Varrica, ex deputato nazionale pentastellato – il dipartimento regionale competente ha approvato il piano di caratterizzazione per il Parco Cassarà, passaggio a seguito del quale, come previsto dalla legge, il comune di Palermo avrebbe dovuto presentare entro sei mesi i risultati delle analisi integrative necessarie per procedere con l’iter della riapertura dell’area. Oggi, sette mesi dopo, nulla è stato trasmesso alla Regione, e questo blocca qualsiasi possibilità di riapertura, anche solo delle aree il cui livello di contaminazione è nullo o non rilevante. Ho convocato diverse volte la Commissione IV all’ARS in questi anni sulla riapertura del Parco, l’ultima volta lo scorso luglio. Abbiamo aspettato con fiducia il decorrere dei termini ma non vedendo passi in avanti siamo stati costretti a trasmettere al sindaco Lagalla una nota di diffida ad intervenire per rispettare la normativa e sbloccare l’iter”.
I consiglieri comunali Randazzo, Miceli, Amella e il consigliere di circoscrizione Dentici esprimono forte preoccupazione, sottolineando l’impatto sociale di questo ritardo. “Il Parco Cassarà – dicono – è chiuso da troppo tempo. Il ritardo accumulato dall’amministrazione comunale rappresenta un grave danno per uno dei polmoni verdi più importanti della città. Non possiamo accettare ulteriori rinvii o mancanze di responsabilità”. Una situazione insomma che non sembrerebbe di facile e immediata risoluzione.