Prevedere una norma che consenta di realizzare, sulla base di parametri oggettivi, una perequazione dei trasferimenti regionali di parte corrente destinati ai comuni.
Questo il cuore della proposta avanzata dell’Anci Sicilia durante l’audizione in I Commissione- Affari Istituzionali presieduta da Ignazio Abate, cui ha preso parte anche l’assessore regionale per le Autonomie locali, Andrea Messina.
L’Anci Sicilia, nel ribadire che le risorse regionali sono finalizzate a garantire l’effettivo esercizio delle funzioni fondamentali che la legge attribuisce ai comuni, fa rilevare la significativa differenza fra due regioni a statuto speciale nel trasferimento di risorse ai comuni.
La Regione Sardegna, infatti, pur avendo una popolazione inferiore di un terzo di quella della Sicilia eroga un trasferimento di 553 milioni contro i 350 milioni erogati dalla Regione Siciliana.
A ciò si aggiunga che dei 350 milioni vengono effettivamente trasferiti soltanto 293 milioni e che tali risorse hanno subìto negli anni il peso dell’inflazione, degli adeguamenti contrattuali del personale e degli aumenti dei servizi affidati all’esterno.
Va evidenziato anche che in questi anni vi è stata una significativa riduzione dei trasferimenti nazionali , riduzione verificatasi nell’ultima Finanziaria che rischia di essere ulteriormente accentuata dalla Legge di stabilità in corso di approvazione.
L’Associazione dei comuni siciliani ha, quindi, chiesto che si avvii una programmazione pluriennale che possa portare ad un raddoppio dei fondi di parte corrente: un intervento che comunque non riporterebbe i trasferimenti ai valori del 2011 (900 milioni di euro).
“Alla luce dei dati diffusi oggi – ha spiegato il segretario generale, Mario Emanuele Alvano- l’ANCI Sicilia ha ufficializzato in I Commissione l’ulteriore proposta in base alla quale i fondi aggiuntivi dovranno essere destinati anche ad un riequilibrio complessivo dei fondi regionali”
Il presidente Amenta nel fornire alcuni dati alla I Commissione, che saranno illustrati anche oggi pomeriggio nel corso del Consiglio regionale dell’ANCI Sicilia – ha evidenziato come le crisi finanziarie siano maggiormente localizzate nei comuni di media e grande dimensione. A preoccupare è il fatto che ad oggi su 391 comuni solo 263 abbiano approvato il bilancio di previsione 2024/2026 e appena 191 il bilancio consuntivo 2023”
“Temiamo – ha concluso il presidente dell’Associazione dei comuni siciliani – che oltre a Campobello di Mazara e Pozzallo che, appena pochi giorni fa hanno dichiarato il dissesto, se ne possano aggiungere molti altri”.