Briefing all’alba a Porticello, i sommozzatori tentano l’ingresso nelle cabine del Bayesian

Briefing all’alba a Porticello tra vigili del fuoco, capitaneria di Porto e diversi tecnici e ingegneri per fare il punto della situazione e riprendere le immersioni per ricercare i dispersi che potrebbero essere rimasti nelle cabine della Bayesian, la nave di 56 metri affondata in pochi minuti mentre era in rada davanti alla costa di Santa Flavia.

Ieri i sub sono entrati nello scafo e hanno ispezionato gli spazi comuni, oggi dovrebbero cercare di raggiungere le cabine dello yacht a vela “Bayesian”, naufragato all’alba di due giorni fa in rada a Porticello.

Intanto anche nella zona del naufragio dell’imbarcazione proseguono le ricerche con le motovedette e gli elicotteri anche intorno all’area del disastro.

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L’imbarcazione, di 56 metri battente bandiera britannica, è affondata durante una violenta burrasca che ha interessato il litorale palermitano ma la vicenda resta avvolta in una lunga serie di stranezze essendo l’unica imbarcazione naufragata e viste le dimensioni del veliero che difficilmente poteva soccombere al maltempo soprattutto in rada.

I sommozzatori dentro lo scafo

I sommozzatori ieri sono riusciti ad entrare nello scafo da una vetrata. Sono stati necessari per scardinare il vetro di 3 centimetri alcuni martinetti realizzati da un fabbro di Porticello che ha dei lavori per le imbarcazioni. Da quel varco sono riusciti ad arrivare negli spazi comuni della barca. Ancora non nelle cabine. Potrebbe servire del tempo anche perché alcuni ingressi potrebbero essere ostruiti. Le immersioni proseguono nonostante la barca a vela Bayesian nel fondale sia messa di fianco. Una posizione che rende difficili le operazioni che proseguiranno nelle prossime ore.

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Le operazioni

Le operazioni di ricerca, condotte incessantemente per tutta le giornate di ieri e dell’altro ieri, proseguono – senza soluzione di continuità – con l’impiego di 5 motovedette della Guardia Costiera di Palermo, Termini Imerese e Porticello, un elicottero della Base Aeromobili Guardia Costiera di Catania, i sommozzatori dei Nuclei Subacquei Guardia Costiera di Napoli e Messina – che hanno operato con l’ausilio di un veicolo subacqueo a controllo remoto (ROV – Remotely Operated Vehicle) – oltre a personale, unità navali e speleo sub dei Vigili del Fuoco, di un elicottero dell’Aeronautica Militare e dei Carabinieri, tutti sotto il coordinamento del 12° Centro Secondario di Soccorso Marittimo (M.R.S.C. – Maritime Rescue Sub Center) della Guardia Costiera di Palermo.

Vanno quindi avanti senza sosta le ricerche dei 6 passeggeri tuttora dispersi, con i sommozzatori che stanno valutando la fattibilità per entrare in sicurezza nel relitto, operazione resa complicata dalla profondità e dalla posizione dello scafo adagiato sul fondale a circa 50 metri, a mezzo miglio dal porto di Porticello.

Al momento non risultano tracce di inquinamento da idrocarburi temute. Il Bayesian, infatti, ha a bordo 18mila litri di carburante e l’eventuale fuoriuscita sarebbe un disastro per l’intera area.

L’incidente

Dopo aver costeggiato Cefalù, Bayesian è arrivata a Porticello ancorandosi in rada a circa 300 metri dal porto, accanto ad altre imbarcazioni più piccole. Durante la notte, mentre gli ospiti dormivano, una violenta tromba marina ha colpito l’area costringendo un’imbarcazione accanto, come riportano le dichiarazioni del suo comandante, ad accendere i motori per mantenere la posizione.

Le parole di Karsten Borner

Parla Karsten Börner, comandante della Sir Robert Baden Powell l’imbarcazione che ha prestato i primissimi soccorsi recuperando 15 naufraghi: “Stavamo pianificando di andare al porto dell’Arenella a Palermo ma siamo stati investiti da una tempesta – ha dichiarato – abbiamo provato a tenere la posizione con i motori accesi. Appena la tempesta è finita abbiamo realizzato che la barca accanto a noi non c’era più. Abbiamo visto un razzo rosso di segnalazione provenire dalla zona della barca, così io e il mio primo ufficiale siamo saliti sul tender e siamo andati a prestare soccorso. Abbiamo recuperato 15 naufraghi, compresa una bambina”.

Tra i superstiti del naufragio c’è chi ha dichiarato che Bayesian si è ribaltata mentre gli ospiti erano a letto in cabina, ritrovandosi immediatamente in acqua. La barca poi sarebbe affondata in pochissimo tempo.

Cosa è successo a Bayesian?

Il pezzo fa una riflessione su cosa sia successo a Bayesian. Difficile ricostruire al momento la dinamica dell’incidente. Dal tracciato dell’Ais (fonte MarineTraffic) sembrerebbe esclusa l’ipotesi che la barca sia finita sullo scoglio della Formica, una montagna sommersa a circa 1 miglio dal porto di Porticello che da una profondità di oltre 60 metri affiora in due “punte” la superficie del mare. Tuttavia non si spiega come una nave moderna di queste dimensioni possa affondare per il vento. Tanto più che se la barca fosse stata ancorata, naturalmente si sarebbe posizionata con la prua al vento.

Può esserci stato un cedimento strutturale? Da una prima ispezione dei vigili del fuoco sembrerebbe che lo scafo di Bayesian, appoggiato sul fondale a circa 49 metri di profondità, sia integro. Nessuna falla o danni alla chiglia, solo l’albero che si è spezzato.

Una ricostruzione che lascia spazio a tante domande e su cui dovrà indagare la procura di Termini Imerese, che ha aperto un’inchiesta per accertare l’esatta dinamica del naufragio di Bayesian.

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