Giovedì 19 maggio, alle ore 17:00, presso il Tepidarium dell’orto botanico di Palermo (via Lincoln, 2), si inaugura la personale dell’artista trapanese Loredana Grasso. L’esposizione, organizzata nell’ambito della V edizione della Settimana delle Culture e in collaborazione con l’Associazione Amici dei Musei Siciliani è a cura di Maria Luisa Montaperto con testo critico di Maria Giovanna Virga.
Alle ore 18:30, all’esterno del Tepidarium dell’orto botanico avrà luogo una performance sonora sperimentale di Angelo Sicurella e Donato Di Trapani.
“Sono molti gli artisti che per anni hanno impresso, in modo più o meno consapevole all’interno delle loro opere, ciò che caratterizzava i loro luoghi di lavoro, come l’utilizzo di determinati colori, che rispondevano a un tipo particolare di luce, oppure le dimensioni delle pareti, che determinavano il formato delle tele.
Il nuovo ciclo di opere Natura Riposata di Loredana Grasso, pur essendo la prosecuzione delle ricerche visive già sviluppate con le opere pittoriche Place of a Memory (nate dalla fascinazione per il paesaggio e gli elementi naturali), riescono con delicatezza ed efficacia a calarci nell’ambiente domestico in cui esse sono state create e concepite: uno studio intimo e avvolgente, in cui la dimensione temporale coincide con quella interiore dell’artista. L’immaginario dell’artista trova nel ricamo l’espressione più congeniale a questa nuova condizione temporale e spaziale. Un gesto già codificato e organizzato, che però si svincola dalla sua prassi originaria e dalla mera funzione decorativa per diventare espressione di una ricerca visiva e processuale. La mancanza di nozioni tecniche del ricamo, come la conoscenza dei diversi punti e dei metodi di esecuzione, accoglie implicitamente la presenza dell’errore nello sviluppo dell’opera: un accadimento con cui doversi obbligatoriamente confrontare ed interagire. L’artista, infatti, accostandosi al mezzo da autodidatta, crea un metodo personale di creazione dell’immagine, concettualmente vicino a quello pittorico, che nasce senza disegni preparatori sul supporto e lasciando lo spazio della tela come spazio libero per la visualizzazione dell’opera. La trama della tela funge da guida per la mano, mentre il tessuto di cui è fatta, sia per i suoi difetti congeniti che per le sue parti regolari, diventa co-autore invisibile dell’immagine, evidenziando le particolarità del supporto e divenendo esso stesso materia sensibile alla luce e alla definizione spaziale dell’opera.
L’atto del ricamare, di per sé automatico e regolare, diventa così uno strumento di pensiero e di momentaneo distacco dall’azione stessa, che schematizza e regolamenta, e per il quale l’errore diventa una “perturbazione” nella continuità del gesto. Tali fenomeni, “inadeguati” se posti a confronto con la realtà, possono apparire privi di un significato particolare perché non intenzionali, eppure essi trovano una corrispondenza all’interno dell’inconscio. È pressoché impossibile considerare ogni processo vitale e creativo senza la presenza dell’errore: assumerlo come punto cruciale per lo sviluppo di un’opera riporta in mente alcune teorie di Freud, contenute nell’opera del 1901 Psicopatlogia della vita quotidiana, sulla necessità di decodificare ciò che di noi stessi stiamo esprimendo attraverso gli errori che commettiamo. Definiti come “atti mancati”, Freud ci ricorda l’impossibilità di preservare l’immagine della realtà esterna, come essa viene percepita, senza le deformazioni che inconsciamente apporta l’individualità psichica di colui che la percepisce. All’interno delle opere di Loredana Grasso l’errore viene così accolto nel processo di creazione, in quanto interruzione di un flusso di pensieri, espressione di una fase di apprendimento della tecnica e punto di partenza per la risoluzione di problematiche compositive ed espressive. Superare questo impasse per l’artista significa aver risolto un problema processuale che l’ha portata a definire un personale metodo creativo per la realizzazione dell’opera attraverso un momento di coscienza e riflessione.
I fili, come pensieri inconsci, s’intrecciano per creare dei paesaggi intimi e personali di cui non si poteva conoscere l’esistenza se non relazionandosi con il mezzo stesso. Ogni nodo e passaggio cromatico trova radici nella realtà, da cui se ne discosta, però, grazie ad un processo di astrazione e trasfigurazione.
Gli elementi naturali e paesaggistici, soggetti delle opere pittoriche precedenti al ciclo Natura Riposata, diventano immagini amorfe dalle forti connotazioni oniriche e simboliche, la cui collocazione nello spazio dell’opera evocano uno stato di quiete. La disposizione longitudinale di alcuni soggetti richiama infatti uno stato di calmo riposo, in cui la materia si abbandona ad uno stato di sospensione, quasi come fossero isole e paesaggi sospesi, in cui ogni microcosmo viene definito per variazioni minime di tonalità e direzione del segno ricamato. Ogni filo diventa una guida attraverso cui guardare e percepire l’andamento di ogni elemento che lo compone. Quando le forme, invece, si avvinghiano su sé stesse rievocano uno stato di lieve mutazione, in cui si avverte che qualcosa sta crescendo in osmosi con l’ambiente che le circonda e le accoglie.
Le opere di Loredana Grasso, presentate all’interno dell’Orto Botanico, è come se tornassero al loro contesto originario. Oltre ad essere poste idealmente in dialogo con le immagini di partenza desunte dalla realtà naturale, evidenziano un’affinità tra il contesto intimo domestico e quello naturale, dei quali la sensibilità dell’artista diventa elemento di tramite e correlazione.” (testo critico di Maria Giovanna Virga)
Loredana Grasso (Erice, 1982) vive e lavora a Palermo. Ha frequentato l’Accademia di belle arti di Palermo conseguendo la laurea specialistica in Pittura. Ha esposto in mostre personali e collettive sia in Italia che all’estero. Il suo lavoro riflette prevalentemente su situazioni ambigue e misteriose, sia quando il medium utilizzato è la pittura sia quando le opere si espandono nello spazio attraverso altri espedienti. I diversi linguaggi, nelle molteplici forme, rivelano lo sguardo dell’artista, meditativo e ipnotico, stimolando infiniti pensieri. Una poetica radicata nei sogni – o negli incubi – e nelle paradossalità delle esperienze che l’artista inscena; opere sempre aperte al confronto con la vita, con le sue fragilità e le nostre incertezze, elementi che diventano valore e punto di partenza verso la scoperta di altri luoghi, oltre i limiti spaziali, temporali e di pensiero.
Tra le sue esposizioni: In Hoc Signo (Palazzo Costantino, Palermo, 2015); FESTIVAL IART – I Landscape (Real Albergo delle Povere, Palermo, 2015); OZ/SALES (Dimora OZ, Palermo, 2015); PREMIO FAM GIOVANI PER LE ARTI VISIVE (artista selezionata, Fabbriche Chiaramontane, Agrigento, 2014); Risguardi, lettura in opera (Libreria Easy Reader, Palermo, 2014); Domina 23 (Palazzo Ziino, Palermo, 2014); MACERIE UP/SALES #2 (Temporary Exhibition Space, Palermo, 2013); Workshop painting “Der eigene Spur” the artist Veit-Johannes Stratmann (2013); collaborazione con Emanuele Serafini performance “SLAP ME! THANK YOU!” (Teatro Garibaldi Aperto, Palermo, 2013); ‘Aziza (ZAC – Zisa Zona Arti Contemporanee, Cantieri Culturali alla Zisa, Palermo, 2013); Macerie III (Palazzo Costantino, Palermo, 2013); Stati di Eccezione, (Atelier Santissimo Salvatore, Palermo, 2013); collaborazione con la Galleria Clou (Ragusa, 2013); Die Form des Wassers, (Kunst im Hafen, Dusseldorf, 2013); “O” – [EAU] (Palazzo Ziino, Palermo, 2013); Ferus, (Palazzo di Giustizia, Trapani, 2013); 2012 BENEFICENZA D’AUTORE, (Palazzo Sambuca, Palermo, 2012); AMICI MIEI (Spazio Cannatella, Palermo, 2012); [SHE’S LOST CONTROL] (Hotel Delle Cave, Favignana, 2012); MI VOTU E MI RIVOTU (TAC Temporary Art Cafè, Torino, 2012); La Peste (Palazzo Costantino, Palermo, 2012); Pub Crawl N°2 (Milano, 2012); A SUD di nessun NORD (Teatro Valle, Roma, 2012); Over-soul. Solo show (Centro Voltaire, Catania, 2012); Artisti per Tribeart (Palazzo della Cultura, Catania, 2012); collaborazione come illustratrice per Atti Impuri, the literary magazine Sparajurij (Torino, 2012); 2011 Civitas Interdiction. Solo show (Rizoma housegallery, Palermo, 2011); DIVIETI-HIP HOP DAYZ (Goethe-institut e Centre Culturel Français, Palermo, 2011); PREMIO COMBAT PRICE (artista selezionata, Bottini dell’Olio, Livorno, 2011); ArtPub Crawl N°1 (Milano, 2011); L’Arsenale: Meeting Siciliano delle Arti e della Musica (Palermo, 2011); 2010 EXPECTATIONS, (Premio Celeste, artista selezionata, 2010); The invisible dog Brooklyn DUE, (Spazio Cannatella, Palermo, 2010); IL PENSIERO DEL FUORI (Vignicella Ex Ospedale Psichiatrico, Palermo, 2010); Copio Proietto Incollo (Spazio Cannatella, Palermo, 2009).
Angelo Sicurella (1981). Cantante, musicista e attento sperimentatore, spazia dall’elettroacustica al synth pop combinando materiali musicali del repertorio classico, sacro e profano con la musica elettronica. Voce ufficiale del gruppo Omosumo, ha realizzato diverse colonne sonore per documentari e spettacoli teatrali, vincendo nel 2015 il premio Roberto Morrione per il film inchiesta “Fondi rubati all’agricoltura” (regia di Alessandro Di Nunzio e Diego Gandolfo). Nel 2013 è la voce principale di “Fete Foreign”, progetto musicale diretto dal contrabassista statunitense Barre Philips improntato alla creazione estemporanea radicale e alla contaminazione sonora.
Donato Di Trapani. Musicista, produttore e sound designer formatosi alla SAE di Barcellona, ha all’attivo due dischi per l’etichetta discografica berlinese Trenton Records e numerose collaborazioni con artisti della scena musicale italiana in qualità di arrangiatore (Dimartino, Omosumo, Black Eyed Dog) e remixer (Fabrizio Cammarata, Black Jezus). È la mente elettronico-ritmica dei VeneziA, il trio electro-boogie vincitore dell’Arezzo Wave il cui disco d’esordio (800A Records) ha conquistato la stampa specializzata con le sue sonorità dirompenti. Ha inoltre composto musiche per mostre (Normale, O [EAU]), spettacoli di danza contemporanea (Study For A Shadow), documentari (Memoria Notturna) e produzioni televisive (Viva La Storia). Socio fondatore della residenza artistica palermitana Indigo, ha contribuito alla creazione dell’etichetta di musica elettronica 800Hz Records, le cui produzioni hanno recentemente lasciato il segno nell’ambito di importanti realtà culturali come lo Zanne Festival di Catania e il Farm Cultural Park di Favara. Si trova al momento al lavoro sul terzo disco del cantautore Nicolò Carnesi, con cui ha condiviso il palco nell’ultimo tour italiano occupandosi della sezione elettronica.
Opening: giovedì 19 maggio 2016, h 17:00
Performance: giovedì 19 maggio 2016, h 18:30
Esposizione: dal 19 al 29 maggio 2016
A cura di: Maria Luisa Montaperto
Testo critico: Maria Giovanna Virga
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