Una provocazione, un modo per sollevare l’attenzione sulla gestione degli spazi pubblici di Palermo. Questo è il contenuto di un sub-emendamento presentato dai consiglieri comunali dei gruppi “Oso” e M5S nell’ambito del cosiddetto regolamento movida. Proposta di modifica che si focalizza, in particolare, sull’utilizzo dei teatri storici palermitani. Tema tornato in auge dopo la visita del magnate giapponese Kaoru Nakajima.

La visita dell’imprenditore e il fiume di polemiche

Come è noto, il genio del marketing nipponico ha affittato gli spazi del teatro Massimo ma, soprattutto, del teatro Politeama. Quest’ultimo, in particolare, è stato dato in concessione per una settimana al fine di consentire il ricevimento dell’imprenditore asiatico. Il tutto per una cifra intorno ai 35.000 euro. Serie di eventi che, se certamente ha portato lustro e un ritorno economico e d’immagine al capoluogo siciliano, ha fatto altresì scatenare una serie infinita di polemiche, esplose sui social e nel mondo politico siciliano. Un fatto sul quale si è perfino focalizzata l’attenzione del presidente della Regione Renato Schifani. Il governatore, una settimana fà, ha puntato il dito nei confronti del sindaco Roberto Lagalla e sul management delle fondazioni dei due teatri coinvolti. Ciò in particolare sulla scelta di affittare gli spazi all’imprenditore asiatico, temendo che questo tipo di accordo potesse creare un pericoloso precedente nel mondo dei privati. Un lusso che il capoluogo siciliano non può certo permettersi.

Una preoccupazione molto simile a quella che ha mosso i consiglieri comunali di opposizione, i quali hanno presentato un subemendamento al regolamento movida. Nell’atto depositato ieri a Sala Martorana, gli esponenti Giulia Argiroffi, Ugo Forello, Antonino Randazzo, Concetta Amella e Giuseppe Micelli hanno messo nero su bianco una proposta di modifica dai toni decisamente sarcastici: “è vietata l’attività di ristorazione all’interno dei teatri storici cittadini ad eccezione di compleanni, battesimi, comunioni, matrimoni e divorzi di cittadini italiani e stranieri facoltosi“. Un dispositivo che, ovviamente, rasenta perfino l’incostituzionalità ma che ha, come unico intento, quello di sollevare l’attenzione sul tema della gestione degli spazi pubblici.

Toni replicati anche dalla dichiarazione della consigliera comunale di “Oso” Giulia Argiroffi. “Vogliamo dare la possibilità, a chi amministra la città, di cavalcare, per il bene della città e della sua cultura, l’impatto mediatico degli “intrattenimenti” che ogni cittadino, palermitano o straniero, voglia svolgere all’interno dei nostri teatro storici cittadini – commenta ironicamente l’esponente di “Oso” -. Ma la possibilità di festeggiare battesimi, compleanni, matrimoni e divorzi può essere data solo a chi è facoltoso e può permettersi 14.000 euro per 7 giorni, dunque 500 euro per un intero giorno di uso esclusivo! Gli altri poveracci, se ci tengono a vedere un teatro storico comunale, si accontentino di pagare il biglietto di uno spettacolo (se ci riescono!)”, chiosa Giulia Argiroffi. Un attacco al vetriolo rivolto all’Amministrazione Comunale e sul quale si discuterà venerdì in Consiglio Comunale.

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