“Il Parlamento, nella sua sovranità, ha ritenuto di rinviare la data delle elezioni provinciali, già fissata per il 30 giugno. Non posso in alcun modo condividere il posticipo di un anno delle elezioni di secondo livello e la permanenza di commissari, senza così dare possibilità alle comunità locali di essere coinvolte nella gestione degli Enti intermedi. Per questa ragione, il Governo proporrà un emendamento già nella seduta di martedì prossimo, ben prima che la norma approvata ieri possa essere promulgata”.
A parlare è il Presidente della Regione Nello Musumeci e le sue parole, oltre al valore amministrativo, hanno un peso politico non indifferente. Per la prima volta, infatti, il governatore, per motivazioni etiche ma con effetti pur sempre politici, interviene a gamba tesa stoppando i patti degli alleati.
“Ho sempre contestato l’elezione di secondo grado – dice Musumeci- e rivendicato il diritto del cittadino a eleggere direttamente il presidente della ex Provincia. Ma la legge vigente – ancorché non condivisa – va rispettata, anche dal Parlamento siciliano”.
Con questa scelta il governo, però, si mette di traverso al così detto patto della Madonnnina, il principale dei patti e patticini pre elettorali stilati appunto prima delle elezioni. Ad ammettere che il rinvio delle elezioni era stato concordato nella cena del Cacciatore a Caltanissetta quando fu stretta l’alleanza con gli uomini di Cardinale è il sindaco di Messina Cateno De Luca. Salta dunque il primo’prezzo’ pagato ad un accordo trasversale fra pezzi di Forza Italia, pezzi di Pd, Cardinale e compagni e De Luca e la sua area alleata degli azzurri come pontiere.
D’altronde che quel patto non piacesse a molti non è un segreto. Anche dentro Forza Italia l’area definita vincente, non aveva gradito le interferenze trasversali. Così il commissario azzurro a Catania e assessore regionale catanese si era pronunciato immediatamente “È uno sbaglio madornale rinviare le elezioni provinciali, per quanto di secondo livello. La paralisi di questi enti è da attribuire anche alla protratta assenza di un organo politico al vertice di Città metropolitane e Liberi consorzi” aveva detto l’assessore regionale Marco Falcone, deputato di Forza Italia.
E da Forza Italia arrivano altre prese di posizione. “A seguito delle dichiarazioni del Presidente della Regione, Nello Musumeci, che esprimono contrarietà per il rinvio delle elezioni provinciali, noi come Forza Italia, siamo pronti a votare l’emendamento proposto dal Governo per il ripristino delle elezioni: è giusto che si vada subito al voto” sostiene il deputato di Forza Italia all’Assemblea Regionale Siciliana, on. Tommaso Calderone.
“Lo scorso mercoledì – conclude il Parlamentare – ero già intervenuto in Aula a nome del partito per manifestare la contrarietà per un emendamento che prevedeva il rinvio al 2020 delle elezioni per gli Enti intermedi. La permanenza del commissariamento per un altro anno, sarebbe per loro dannosa oltre che controproducente”.
Una scelta, quella del governo di stoppare questo rinvio, che potrebbe avere effetti anche sul rimpasto in arrivo nella misura in cui Musumeci abbia voglia di ribadire con forza la sua leadership. Insomma il tagliando alla giunta la fa il presidente. Certo ascoltando le forze politiche ma non facendosi passare sulla testa i patti e le scelte altrui. Un segnale molto chiaro
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