“Se arriviamo entro il mese di maggio a zero contagi noi chiederemo al governo nazionale di riaprire la Sicilia“. Lo ha detto il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, partecipando a “Cento Città” su Radio Uno.
Rispetto al contenuto numero dei contagi al confronto con altre aree del Paese, Musumeci ha detto: “Vogliamo capitalizzare questo risultato, frutto di un gioco di squadra con una programmazione sana e improntata sulla chiusura”.
“Pensiamo che la Sicilia – ha aggiunto – possa giocarsi una bella partita nel settore del turismo: questo tasso assolutamente basso del contagio può consentire una certa sicurezza almeno per un turismo locale che muove comunque alcuni milioni di persone. Stiamo consentendo agli stabilimenti di fare la manutenzione e regaliamo alcune notti in albergo e visite guidate”.
Il governatore Musumeci al presidente del Consiglio ha chiesto di applicare in Sicilia il metodo Ponte Morandi ovvero un sistema di commissariamento che velocizzi ogni opera per risolvere i problemi in tempi rapidi e raggiungere gli obiettivi ma ha anche detto chiaramente che questo decreto sulla Fase 2 è penalizzante per le aree a basso contagio. Di fatto le norme uniformi su tutto il territorio nazionale sono illogiche perché la situazione non è uguale a Palermo e a Bergamo.
Sono solo alcune delle cose che il governatore siciliano ha detto al Premier Giuseppe Conte durante la cabina di regia che precedeva l’emanazione del tanto contestato decreto sulla fase 2.
Per questo motivo in un primo tempo Musumeci si era detto d’accordo proprio sul decreto ma poi, dopo averne letto il contenuto ha cambiato idea. Il governatore non lo dice in maniera chiara ma appare evidente che le indicazioni venute dalle regioni a basso contagio non sono state ascoltate.
Il contagio contenuto in Sicilia fa dunque ben sperare: e Musumeci sembra avere l’intenzione di ‘ripartire’ al più presto con l’apertura dell’Isola e fare squadra con i governatori delle regioni meno colpite dal Covid19 per ottenere modifiche al decreto sulla Fase 2.
A fare eco al governatore arriva l’assessore alle attività produttive Mimmo Turano “Il nuovo Dpcm è stato per tutti una doccia fredda, in particolare per le categorie produttive siciliane che non saranno in grado di resistere ad un prolungamento del lockdown”dice Turano che oggi su indicazione del presidente Musumeci ha sentito in videoconferenza le associazioni di categoria dell’Industria, del commercio e dell’artigianato.
“La situazione è insostenibile – spiega Turano – ho chiesto alle associazioni in tempi strettissimi un documento che indichi non solo le criticità del Dpcm ma anche dei percorsi possibili di ripartenza ispirati al principio della gradualità e del recepimento delle fondamentali misure di sicurezza e di distanziamento sociale”
Il documento sollecitato dall’assessore alle attività produttive sarà consegnato al Presidente della Regione Musumeci che sta lavorando ad una missiva al Premier per consentire il riavvio di alcune attività in considerazione del minor numero di contagi.
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