La scorsa settimana l’Ars aveva approvato all’unanimità la procedura d’urgenza per la riforma dei rifiuti proposta dal Movimento 5 Stelle. Una decisione che era arrivata su insistenza del principale proponente Giampiero Trizzino anche in virtù delle aperture alla collaborazione sullo specifico tema lanciate dal governatore Musumeci proprio ai 5 stelle.
Iniziata la nuova settimana, però, di calendarizzazione in commissione della riforma 5 stelle non c’è ancora traccia.
“Due settimane prima dell’approvazione della procedura d’urgenza – spiega Giampiero Trizzino – avevamo reso pubblici i dettagli di una norma organica, che rimette in gioco la governance dei rifiuti alla luce della sostenibilità e delle economie di scala, per superare il sistema frammentario ed emergenziale che ha fatto da padrona negli ultimi decenni. Il nostro è un testo frutto di mesi di lavoro ed è quello che avremmo utilizzato qualora fossimo andati al governo della Regione Siciliana”.
“Oggi, sebbene da forza di opposizione, abbiamo tradotto tale riforma in un disegno di legge che sarà subito discusso in Commissione Ambiente e si spera passerà dall’aula entro luglio – aveva aggiunto dopo l’approvazione della procedura -. Quella sui rifiuti è una delle Cinque Stelle che contraddistinguono il nostro programma e di cui andiamo orgogliosi ma occorre far presto”.
“La Sicilia ha perso troppo tempo dietro alle emergenze ed ha sprecato una montagna di soldi a causa di un sistema che se da un lato ha fatto certamente comodo a qualcuno, dall’altro – aggiunge Trizzino – ha impoverito i cittadini e massacrato l’ambiente”.
Ma l’approvazione della procedura d’urgenza crea anche una difficoltà logistica per il governo che aveva annunciato a sua volta l’approvazione in giunta di una riforma della quale, però, fino a fine settimana non c’era traccia all’Ars. Con questa procedura d’urgenza, dunque, anche all’arrivo della riforma di proposta governativa, secondo regolamento, il testo base resta quello dei 5 stelle.
Le differenze fra le due proposte sono tante e non certo secondarie a cominciare dalla definizione degli ambiti. Nell’idea del governo gli ambiti dovrebbero corrispondere con le ex province e le competenze andare a Città Metropolitane e Liberi Consorzi.
Nel disegno di legge 5 stelle gli ambiti, invece, vengono determinati in base alla collocazione degli impianti. Definite le esigenze di un territorio si realizzano gli impianti necessari ove nonc i siano e l’ambito è costituito da tutti i comuni che faranno riferimento a quell’impianto gestito dal medesimo ambito,. In questo modo si evita la migrazione dei rifiuti da un lato all’altro della regione. Ma c’è anche tanto altro di diverso.
In Commissione però domani si parla di rifiuti in audizione ma non ancora del ddl come se si aspettasse la proposta governativa per mettere tutto insieme
Intanto nel fine settimana è scoppiata una nuova emergenza fra il Trapanese e l’Agrigentino ed è stato sempre Trizzino ad intervenire
“L’unico modo per salvare i comuni siciliani dal caos rifiuti – ha detto – è rendere noti i nomi degli operatori economici che hanno risposto alla manifestazione di interesse, pubblicata un mese fa dalla Regione per inviare la spazzatura prodotta nell’Isola fuori dalla Sicilia”.
A maggio scorso, infatti, la Regione siciliana, in forza dei poteri speciali conferiti dal Governo Gentiloni al presidente della Regione Nello Musumeci per gestire l’emergenza rifiuti ha emanato un avviso pubblico esplorativo finalizzato ad un’indagine di mercato per l’acquisizione di manifestazioni di interesse per il trasporto, il recupero e/o lo smaltimento dei rifiuti al di fuori del territorio della Regione siciliana. Il provvedimento, firmato dal dirigente generale del Dipartimento dell’acqua e dei rifiuti e della struttura Commissariale Salvatore Cocina imponeva agli operatori economici l’invio delle manifestazioni di interesse entro il termine perentorio dell’1 giugno 2018.
“Questa soluzione – dice Trizzino – è stata suggerita e individuata a gennaio dallo stesso Governo regionale per ottenere poteri speciali per la gestione dell’emergenza, partendo dal presupposto che le discariche in Sicilia avrebbero avuto un’autonomia di qualche mese”.
“Allora era stato proprio il presidente della Regione ad affermare che già a giugno, senza poteri speciali, in Sicilia sarebbe stato il caos. Musumeci e Pierobon dicano chi ha risposto all’avviso, scaduto quasi un mese fa – conclude – Questo scaricabarile tra Regione e comuni è intollerabile. Vogliamo nomi e cognomi delle società disposte a farsi carico dei rifiuti prodotti in Sicilia”.
E alla fine di tutte queste considerazioni ne emerge un’altra di natura prettamente politica. ma se le differenze sono tant come mai sarebbe possibile un assessore come Pierobon pontiere fra Musumeci e i 5 stelle. nonostante il ruolo dell’assessore consulente anche del Ministro pentastellato, tutta quella vicenda potrebbe essere soltanto fantapolitica
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