“Ho appreso che presso alcuni dipartimenti regionali sono state recentemente avviate procedure di interpello e/o attribuzione di incarichi i cui termini per la presentazione delle domande avranno scadenza nel corrente mese di agosto. È una deplorevole prassi talvolta utilizzata nel passato e che non può più essere tollerata”.
Lo scrive il presidente della Regione Nello Musumeci in una nota diretta al segretario generale della Regione e a tutti i dirigenti generali dei dipartimenti.
“Salvo comprovate e motivate esigenze di celerità imposte dalla normativa vigente o da improrogabili necessità dell’ufficio – prosegue il governatore siciliano – deve essere prioritariamente consentita e salvaguardata la massima partecipazione di tutti i potenziali destinatari degli stessi avvisi, evitando che, al contrario, il periodo feriale e vacanziero possa diventarne ostacolo, a beneficio di pochi e ben informati”.
“Pertanto – conclude Musumeci – tutti i termini delle procedure già avviate (o da avviare nel corrente mese), con scadenza per la presentazione delle domande ad agosto, devono essere posticipati almeno alla metà del mese di settembre”.
In merito ai dirigenti regionali c’è da ricordare lo stop alle nomine negli ultimi mesi di legislatura. Lo ha deciso l’Ars che esattamente il 16 marzo ha approvato l’emendamento della discordia all’interno della maggioranza.
L’emendamento approvato blocca di fatto nomine di enti, aziende e società controllate o partecipate, nei 180 giorni che precedono la fine della legislatura e quindi le elezioni per il rinnovo della presidenza della Regione Siciliana.
Il blocca nomine aveva suscitato non poche polemiche.
Ma Musumeci aveva gettato subito acqua sul fuoco: “Se fossi stato in aula, così come ha fatto il mio movimento Diventerà Bellissima avrei votato allo stesso modo. E’ giusto che sia così. Non comporta alcun disagio. E’ giusto che le nomine di questo governo vadano congelate fino alla scadenza elettorale”.
“Sono stato e sono fermamente convinto – aveva aggiunto – che la forza politica o la struttura di un governo non si costruiscono sul sottogoverno, ma sulla capacità di lavorare al servizio del territorio. Tutti hanno votato a favore della norma secondo un’idea perfettamente condivisa e sul piano politico la condivide sia il presidente della Regione che il governo tutto”.