E’ cominciato all’Ars l’esame degli articoli del disegno di legge di autorizzazione dell’esercizio provvisorio per quattro mesi. I deputati del Pd e del M5s stanno hanno contestato l’art.5 che prevede fondi per la promozione di prodotti siciliani, beni culturali e turismo.
Situazione politica regionale e crisi del governo Musumeci. E’ stata incentrata su queste tematiche la conferenza stampa on line, su piattaforma Zoom, che le opposizioni all’Ars al governo regionale hanno tenuto oggi.
In collegamento i rappresentanti di M5S, Pd e Cento Passi, rispettivamente Nuccio Di Paola, Giuseppe Lupo e Claudio Fava.
“Scandaloso” e “surreale” sono gli aggettivi usati dalle opposizioni per definire la situazione politica nella maggioranza e nel governo Musumeci dopo l’annuncio del governatore di volere azzerare la giunta in seguito allo sgambetto subito dai franchi tiratori nella votazione per l’elezione dei grandi elettori del Capo dello Stato. Pd, M5S e Claudio Fava, hanno sottolineato che mettendo all’ordine del giorno dell’aula il dibattito col governatore (anche se al momento non c’è una data) di fatto “la crisi è stata parlamentarizzata”.
Fava è andato subito dritto al sodo: “Vorremo guardare in faccia Musumeci e ascoltarlo e vorremmo che lui ascoltasse quello che ha da dire l’opposizione. Credo che anche la maggioranza abbia qualcosa da dire. In questo momento c’è un vulnus gravissimo. Musumeci ha sospeso il confronto con il parlamento, decidendo di rinviarlo a tempi migliori. Ecco, tutto questo, io lo considero uno sputo in faccia al parlamento”.
Gli ha fatto eco Giuseppe Lupo: “Trovo scandaloso che Musumeci stia subordinando l’azione di governo al suo obiettivo personale che è probabilmente quello di essere ricandidato alla Presidenza.
Musumeci sta esercitando una serie di ricatti politici. Prima ha azzerato gli assessori e poi li ha ‘congelati’.
Sta adesso incontrando i partiti di maggioranza a livello regionale e poi lo farà anche con i leader nazionali, facendo pesare il suo ruolo di grande elettore per il Capo dello Stato.
Ma devo ricordare al Presidente della Regione che ha il dovere di governare, mentre la Sicilia aspetta. Assistiamo ad ambulanze in attesa negli ospedali, scuola a intermittenza, un’economia in estrema sofferenza. Musumeci rispetto a tutto questo non si pronuncia. Venga a riferire in parlamento sulla crisi di governo, altrimenti si dimetta.
Abbiamo urgenza di capire come uscire da questa crisi, che non fa bene alla Sicilia e ai siciliani, che hanno diritto di sapere e conoscere”.
Lupo ha rincarato la dose: “Musumeci non sta parlando con i leader di partito di scuola, sanità o Pnrr e opportunità per la Sicilia. Sta parlando solo di un tema: la sua ricandidatura. E’ una cosa inaccettabile.
Sta piegando gli interessi della Sicilia ai suoi interessi personali. E poi, con gli assessori ‘congelati’ si rischia la paralisi degli apparati organizzativi. Non possiamo stare a guardare”.
Per Lupo, Fava e Di Paola c’è una ‘exit strategy’ di Musumeci. Secondo Lupo “Musumeci potrebbe pensare a una sua candidatura nazionale perché sa bene che il suo governo ha esaurito la propria missione, è ormai al capolinea, certamente non in grado di andare avanti. Lo stesso esercizio provvisorio è sintomo di resa.
Ha aggiunto Fava: “Non mi stupirebbe se Musumeci trattasse a Roma per un seggio al Senato. Interpreta un personaggio per ogni situazione”.
E ancora Fava: “Musumeci è un presidente palesemente inadeguato che si comporta come un gerarchetto di Militello Val Di Catania che tratta i suoi assessori come domestici, a cui mi verrebbe da esprimere solidarietà, e la maggioranza come un giardino zoologico: li chiama cani, sciacalli, pidocchi. La cifra del disprezzo nei confronti della politica. Musumeci è inadeguato ed è il motivo per cui vorremmo guardarlo in faccia e sentire le sue ragioni in Aula. Se tutto questo non dovesse cominciare prima della lunga stagione delle elezioni del Presidente della Repubblica sarebbe gravissimo. Non si può sospendere un confronto politico con una crisi in atto e rimandarlo a tempi migliori quando avrà ricostruito il filo delle sue alleanze. Mi verrebbe da paragonarlo ad uno Schettino, torni in aula”.
“Stiamo vivendo – ha dichiarato il capogruppo M5S, Nuccio Di Paola – una situazione surreale: siamo fermi a quella sera in cui il presidente Musumeci, ferito nell’orgoglio, annunciò l’azzeramento della giunta. Da allora, sappiamo solo che sta facendo il giro delle consultazioni tra i big della sua maggioranza, ma non si è degnato di fissare il giorno in cui verrà a spiegare in parlamento come intenda affrontare la crisi politica, che non si è certo aperta in questi giorni. Mentre ci prepariamo a varare l’ennesimo esercizio provvisorio, il quinto in cinque anni, restiamo molto preoccupati per il futuro di questa legislatura e soprattutto per il presente dei siciliani, costretti a vivere una crisi sanitaria e una crisi economica”.
Le elezioni regionali ma anche le amministrative a Palermo non sono lontane. “Dobbiamo fare rapidamente il punto della situazione – ha detto Lupo -, e il Pd deve accelerare insieme al M5S e Cento Passi sulla proposta per la Regione ma anche per Palermo. Noi siamo l’alternativa ma bisogna valutare bene le scelte da fare. Penso che possiamo condividere la scelta delle primarie, nessuno intende imporre candidature ma ovviamente nemmeno accettare veti. Sono certo che la coalizione riuscirà a mettere in campo la candidatura più forte. A breve attiveremo un confronto e una riflessione, sul candidato o sulla candidata che potrà meglio interpretare il programma”.
Di Paola ha sottolineato: “Abbiamo dimostrato compattezza che è una buona base di partenza sulla quale costruire un percorso. Sono settimane decisive per il confronto. Per la scelta del candidato abbiamo sempre fatto una votazione online. Serve un metodo collegiale e innovativo che metta insieme tutte le anime della coalizione. Il metodo credo che riusciremo a trovarlo. Mi preoccupa molto l’astensionismo. Ma troveremo, ripeto, un metodo che unisca invece di dividere. C’è grande buonsenso da parte di tutti”.
Intanto, dopo un’ora e mezzo di dibattito acceso in aula, l’Ars ha approvato il primo articolo del disegno di legge di autorizzazione dell’esercizio provvisorio. La maggioranza ha retto al voto segreto di un emendamento del Pd che portava da 4 a 2 mesi l’esercizio provvisorio. Passando all’art.2, il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, ha suggerito al governo di rivedere la norma che contiene deroghe alla limitazione per dodicesimi “perché voglio evitare impugnative da parte dello Stato”. Micciché dunque ha sospeso i lavori per consentire al governo di verificare quali voci eliminare dal testo base per scongiurare tra l’altro che in aula si riaccenda il clima di scontro.