Musumeci chiede una deroga al Dcpm del 24 ottobre scorso per concedere la riapertura di musei, teatri e ristoranti. Lo ha detto ieri sera nel corso di un’intervista rilasciata a Tg2 Post. Musumeci, spinto anche dalle proteste di diverse associazioni di categoria, ha fatto sapere che, sulla scia di quanto ottenuto dalla Valle d’Aosta, si appresterà a chiedere al Governo la deroga.
Affermazioni, quelle del Governatore, che avevano l’obiettivo di risollevare gli animi infuocati di migliaia di operatori commerciali dei settori coinvolti dalle chiusure ma che hanno fatto saltare dalla sedia alcuni esponenti politici in contrapposizione con la linea adottata da Musumeci. E’ Carmelo Miceli, responsabile sicurezza della segreteria nazionale del Partito Democratico, a scrivere una lunga lettera al presidente siciliano. Miceli, in particolare, interroga Musumeci su quali siano “le evidenze scientifiche in forza delle quali – si rivolge al Governatore -, ritiene che la condizione del sistema sanitario siciliano sia tale da legittimare una richiesta di deroga al Dpcm del 24 ottobre scorso in tema di misure restrittive e, nello specifico, in tema di misure contenitive quali quelle della chiusura degli esercizi commerciali alle 18”.
“Un maggior numero di posti letto in terapia intensiva dedicati ai malati Covid? Francamente non mi pare, visto che, come da Lei stesso dichiarato ieri ai TG, “Anche in Sicilia dobbiamo prepararci al peggio. Servono sempre più posti letto per i positivi bisognosi di cure e sempre più posti di terapia intensiva per chi è in grave difficoltà, aggiunge Miceli.
Miceli fa notare a Musumeci come il tasso di contagio siciliano sia dello +53% rispetto alla scorsa settimana e come la Sicilia sia fanalino di coda d’Italia per numero di tamponi ogni 100.000 abitanti ma anche come la percentuale siciliana di pazienti in terapia intensiva (0,90) sia quasi il doppio di quella nazionale (0,50)!
Miceli reputa l’uscita del Governatore come una “operazione mediatica per tentare di creare nei siciliani il convincimento che il Governo nazionale voglia immotivatamente affamare le imprese siciliane”. E ci va giù pesante il componente della segreteria nazionale dem. “La sua richiesta, altro non è che l’ennesimo irresponsabile tentativo di dare corso ad uno squallido e immorale scontro istituzionale, per dimostrare che Lei ha a cuore i Siciliani più di ogni altro (salvo poi, come accaduto con l’ordinanza estiva sugli sbarchi, essere smentito su tutta la linea)”.
Miceli chiede, al contrario, che vengano concordate con il Governo Nazionale misure per la Sicilia ancora più restrittive di quelle contenute nel Dpcm. “Un Governatore Serio e scrupoloso non ci penserebbe neanche due volte a disporre un lockdown immeditato e a tempo (15 gg), accompagnandolo con una campagna mediatica volta a spiegare ai siciliani che la migliore e più utile misura economica, oggi, alle condizioni date, è rallentare i contagi, perché se non rallentiamo i contagi domani saremo costretti a un lockdown lunghissimo che farà morire tante aziende”.