Musumeci azzera la crisi ma non la giunta. Nessun rimpasto di governo, i partiti non lo hanno chiesto. Aula teatro di congiure indegne delle istituzioni ma bisogna lavorare e confrontarsi sul futuro dal bilancio al Pnrr prima di pensare alle elezioni
Un colpo alla botte e uno al cerchio
Il Presidente della Regione bacchetta i deputati dell’Ars ma promette anche collaborazione per andare insieme verso la fine della legislatura
Congiure non edificanti ma eventi fisiologici
“Quest’aula è stata teatro nel tempo di sgambetti e congiure ordite contro gli uomini di governo. Tutti metodi non edificanti ma quasi fisiologici nel rapporto tra governo e Parlamento. Quel pomeriggio però (il giorno del voto dei tre grandi elettori per il Capo dello Stato), l’aula era chiamata non a un voto programmatico ma a un voto istituzionale e quel voto ha costituito un’offesa non alla mia modesta persona ma all’istituzione che rappresento per il popolo siciliano”.
“Comprensibile quindi la mia amarezza e la mia ferma condanna, che ribadisco anche ora, verso gli autori che hanno agito con rancore e spirito di vendetta, forse a seguito di qualche mio no a qualche richiesta di natura politica ma dal mio punto di vista non ricevibile”, ha aggiunto.
Il racconto della verifica di maggioranza
“Il voto anomalo espresso in quest’aula è stato frutto di una autonoma iniziativa o esprime un disagio verso un governo che non appare più rappresentativo della maggioranza? O esprime un segnale di insofferenza verso chi presiede questo governo e quindi se ci sono le condizioni per continuare? E’ da qui che è partita la verifica di governo con i partiti, offrendo loro la possibilità anche di azzerare la giunta, di modificarla o anche di tirarsi fuori” dice Musumeci riferendo in aula sulla crisi.
Non un segno di sfiducia verso gli assessori
“Da parte mia non un segno di sfiducia verso gli assessori, il mio è stato un gesto di rispetto verso le forze politiche del centrodestra. La verifica dopo avere parlato con i vertici della coalizione ha portato un risultato: nessuno ha chiesto la sostituzione della propria rappresentanza in giunta e tutti hanno detto di volere lavorare fino all’ultimo giorno della legislatura. Ne ho preso atto con piacere: quel voto dunque non è stato frutto di scelte politiche dei partiti”.
Ipocrita negare le fibrillazioni
“Sarebbe da ipocrita negare che in questa legislatura non ci siano state fibrillazioni tra l’Assemblea e il governo, degenerate a volte in pregiudizio ideologico da parte delle opposizioni e non solo, e in qualche caso un pregiudizio personale” ammette il governatore sostenendo, però che ‘questo conflitto istituzionale ha radici antiche, a partire dal 2001 con l’elezione diretta del presidente della Regione siciliana’
Guardare agli impegni
Sono tre “gli impegni” che il governatore Nello Musumeci ha scritto nella sua agenda fino ad aprile: la legge di stabilità e il bilancio 2022, il Pnrr e la nuova programmazione dei fondi Ue 2021-27.
A partire dalla prossima settimana gli assessori, ognuno per la propria parte, relazionerà all’Ars sulla programmazione dei fondi del Pnrr, destinati alla Sicilia.
Per quanto riguarda la legge di stabilità 2022, il presidente ha informato l’aula che i documenti non saranno presentati prima del 30 marzo perché è in corso il negoziato con lo Stato su materie fiscali ed economiche.
Le prossime tappe verso le elezioni
“Mancano solo sette mesi alla presentazione delle liste regionali e circa due mesi alla formalizzazione delle candidature per le amministrative, compresa Palermo: certamente un lasso di tempo non ampio ma a volte l’avarizia del calendario può essere neutralizzata dall’impegno e dalla passione di ciascuno di noi. Saranno mesi di intenso lavoro per tutti. Dovremmo sperare di trovare il tempo per affrontare leggi di riforma, come quella dei rifiuti, dei consorzi di bonifica, della forestale: alcuni di questi disegni di legge sono stati licenziati dalle commissioni di merito, da parte del governo si ribadisce la massima e doverosa disponibilità e sono convinto che ognuno di noi farà la propria parte”.
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