Ha studiato jazz al Brass Group di Palermo del Maestro Garsia, poi al Conservatorio, quindi tanta esperienza con swing e manouche (un particolare stile jazz, ndr). Ma da piccolissima ha sempre fatto pop: musica leggera italiana la sua preferita… Levante è uno dei suoi miti, insieme a Giorgia, Elisa, Carmen Consoli e, per le quote blu, il grande Battiato e Samuele Bersani.
E’ Jlenia Alessi, classe 1988, in arte Clessidra. Palermitana, con studi classici in Educandato, al Maria Adelaide. La ricordiamo per aver partecipato alle finali del 31° Festival Sanremo Rock 2018 per la sezione “Trend”. E’ dei giorni scorsi, inoltre, il lancio del suo singolo “Ti va?”, distribuito da ARTIST FIRST (nell’ambito del MAIONESE Project di Davide Maggioni e disponibile sui principali digital store), brano con il quale Clessidra ha inteso far comprendere ai più come la vera parità tra i sessi sia anche “nel senso che è la donna a prendere in mano la situazione, senza paure di giudizi o pregiudizi”.
E’ sempre la donna, insomma, che secondo Clessidra deve corteggiare l’uomo, per esaltare davvero la propria intraprendenza (anche sessuale) e gustare la vera libertà di una parità tra i generi che la nostra artista attribuisce solo a una lettura ipocrita e a cui non credono neppure le sue coetanee, ci assicura.
“Ti va?” non narra d’un amore che vede la donna struggersi a casa, come fa “la maggior parte della musica leggera italiana”, perché nel testo di Jlenia, l’elemento femminile non se ne sta, appunto, a casa triste e deluso perché non ricambiato dall’amato: qui, per dirla alla maniera di Jlenia, “la donna si toglie uno sfizio”.
In fondo, seduti a un bar, Jlenia chiosa con il suo caffè, “sarà successo a tutte le donne almeno una volta nella vita” (ma sarà poi vero?). E viva la sincerità, Jlenia. Davvero. “Che male c’è?” – replico io – “nessuno ci giudichi”, mi risponde. Per carità! Jlenia sogna un futuro da cantante (mi pare ci stia riuscendo, con sincera ammirazione e autentica tenacia): “non è facile ma ci voglio provare!”.
E tra i progetti imminenti ci confida che, entro il mese, si iscriverà al “Fatti sentire”, Festival della musica emergente italiana (per artisti di età compresa tra i 16 e i 35 anni, ndr), con uno dei brani originali da lei scritti nei posti più disparati… talvolta, come nel caso di “Ti va?”, addirittura in treno, nel viaggio che l’avrebbe condotta a Sanremo (ci anticipa che vorrà nuovamente concorrere alla prossima edizione… e noi glielo auguriamo di vero cuore!).
Ad agosto, insieme al compagno Carlo, che ne è l’organizzatore, sarà anche presente al raduno mediterraneo jazz manouche di Petralia Sottana, quest’anno giunto alla sua ottava edizione. Naturalmente, Jlenia conserva (meritatamente) tutte le aspettative migliori e, tra i sogni nel cassetto, l’incisione d’un disco che affronti i temi a lei più cari: l’emancipazione della donna, la Sicilia, l’amore.
E, proprio a corollario di una emancipazione ancora negletta della donna, ancor di più alle nostre latitudini, ci giura che “non mi va di mettermi nei panni degli uomini!”. Ce lo aspettavamo! Ma Clessidra ci sorprende (incontrando il favore di chi scrive!) alla domanda “sport?”.
“No, assolutamente no – ci risponde sorridente – non ne avverto l’esigenza. Da piccolina – tuttavia – tanta pallavolo”. Jlenia prosegue la narrazione di sé, degli studi classici, della sua musica arrivata relativamente tardi, a diciott’anni, ma con i genitori che l’hanno assecondata per poi vivere – galvanizzata – l’esperienza del festival sanremese. Ci racconta essersi iscritta il giorno prima della scadenza, poi le audizioni a Modica, quindi le semifinali… vera adrenalina!
Insieme a Rosa Maria Enea, altra palermitana (trasferitasi per lavoro a Milano), è sorta una bella amicizia professionale con cui condivide la passione per testi e musica (come nel caso del singolo “Ti va?”). Jlenia, pardon, Clessidra, ci svela anche da dove origini il suo pseudonimo artistico: una zingara comparsa in un suo sogno che le faceva dono, appunto, d’una clessidra, ricavandone il paradosso che il tempo non esiste… e iniziando da quel momento, nella vita reale, una copiosa raccolta di clessidre, le più svariate, le più singolari, per approdare naturalmente anche a un brano così titolato. Forse perché nello sguardo sicuro e ammaliante di Clessidra, come nel capovolgimento dell’antico orologio, i due vasi conici comunicanti sono il passato e il futuro. Pronti a confondersi tra loro nel ribaltarsi vicendevolmente. All’infinito. Ed il minuscolo punto di attraversamento della sabbia, inconfondibile, è lo stretto presente. Dal quale, nella consapevolezza del piacere, anche la donna può conquistare la sua vera parità secondo Madame Swing.
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