“Il personale regionale addetto alla custodia dei Beni Culturali, in molte realtà, opera in condizioni ambientali fatiscenti e senza la necessaria personale sicurezza. Sono tutte condizioni note anche ai malavitosi che hanno vita facile nel saccheggiare gli incassi dei musei, talvolta settimanali, che giacciono in luoghi anche privi di casseforti”.
A dichiararlo sono, Michele D’Amico, responsabile regionale del Cobas-Codir per le politiche dei beni culturali, e Simone Romano, coordinatore regionale del Cu.Pa.S (Custodi del Patrimonio Culturale Siciliano) movimento che aderisce al Cobas-Codir.
“Abbiamo da tempo rivendicato – continuano i sindacalisti – il potenziamento degli organici in servizio presso ciascun sito culturale, nonché di dotare i siti con tecnologie atte a rafforzare i sistemi di sicurezza, mettendo in primo piano soprattutto la salvaguardia dei lavoratori e l’eliminazione della presenza di liquidità derivante dall’acquisto dei ticket di ingresso cartaceo”.
“Tutto ciò accade – denunciano i sindacalisti – mentre ancora al personale addetto ai servizi di vigilanza e custodia devono, fra l’altro, essere corrisposte le spettanze per le attività prestate nel 2015 e del 2016″.
“Chiediamo – concludono i sindacalisti di Cobas/Codir e Cu.Pa.S – all’assessore ai beni culturali, di farsi promotore, nei confronti dell’assessore della Funzione Pubblica, al fine di sbloccare i pagamenti arretrati ed avviare una iniziativa di legge tendente ad abrogare la norma regionale che di fatto impedisce, ancora oggi, l’acquisto online dei ticket di ingresso che, oltre a scoraggiare azioni malavitose, rappresenterebbe un segnale di modernizzazione, un ulteriore mezzo di diffusione e pubblicizzazione delle meraviglie culturali siciliane”.