Si è tenuta questa mattina in via Edmondo De Amicis, a Palermo, l’inaugurazione del murale dedicato alla memoria del giudice Cesare Terranova e del maresciallo Lenin Mancuso, entrambi barbaramente uccisi dalla mafia il 25 settembre 1979. Presenti alla cerimonia diversi rappresentanti delle istituzioni e delle forze dell’ordine, attorniati da un cospicuo numero di cittadini. L’opera ha visto la luce proprio in questi giorni ed ha avuto completamento nonostante le avverse condizioni meteo che si sono abbattute sul capoluogo siciliano.

Il murale in memoria di Cesare Terranova e Lenin Mancuso

Il murale è stato fortemente voluto dalla “Associazione per onorare la memoria dei Caduti nella lotta contro la mafia”, presieduta da Carmine Mancuso, figlio di Lenin. A realizzare il manufatto è Igor Scalisi Palminteri, artista già autore di “Roveto Ardente”, rappresentazione del volto di padre Pino Puglisi in piazza Anita Garibaldi, a Brancaccio. La realizzazione, a cui ha collaborato anche l’Assemblea Regionale Siciliana, rientra in un’ottica di riqualificazione urbana mirata alla lotta alla mafia.

Esempio di questo filone artistico è la “Porta dei Giganti“, coppia di murale che ritraggono i volti di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino in via Sampolo, realizzati dall’artista palermitano Andrea Buglisi. La cerimonia si è tenuta intorno alle 11 all’istituto scolastico Piazzi, sito fra via Mario Rutelli e via Edmondo De Amicis. Un plesso che si trova a pochi passi dal luogo in cui il giudice Terranova e il maresciallo Mancuso trovarono la morte. Durante la manifestazione, vi è stata una piccola celebrazione liturgica ed alcune esibizioni artistico-musicali.

Orlando: “Tenere viva memoria Terranova e Mancuso”

Un’opera sulla quale il sindaco di Palermo Leoluca Orlando si è così espresso. “Un murale di straordinaria bellezza ricorda Cesare Terranova e Lenin Mancuso. Il loro impegno nella lotta al sistema di potere politico-criminale-mafioso ha segnato la storia del nostro paese. Un’opera d’arte che accoglierà, simbolicamente, gli studenti della scuola “Giovanni XXIII-Piazzi” nel loro percorso in difesa dei valori della legalità. Credo sia questo il senso più bello e profondo del murale che, attraverso l’impegno delle nuove generazioni, intende tenere viva la memoria di due uomini che hanno sacrificato la loro vita nella lotta di liberazione contro la mafia”.

I fatti del 25 settembre 1979

Il 25 settembre del 1979 verso le ore 8:30 del mattino, una Fiat 131 di scorta arrivò sotto casa del giudice a Palermo per portarlo al lavoro. Cesare Terranova si mise alla guida della vettura, mentre accanto a lui sedeva il maresciallo di Pubblica Sicurezza Lenin Mancuso. Quest’ultimo era l’unico uomo della sua scorta che lo seguiva dal 1963 come un angelo custode. L’auto si diresse verso una strada secondaria trovandola inaspettatamente chiusa da una transenna di lavori in corso. Il giudice Terranova non fece in tempo a intuire il pericolo.

In quell’istante, da un angolo, sbucarono alcuni killer che aprirono ripetutamente il fuoco con una carabina Winchester e delle pistole contro la Fiat 131. Cesare Terranova istintivamente ingranò la retromarcia nel disperato tentativo di sottrarsi a quella tempesta di piombo. Mentre il maresciallo Mancuso, in un estremo tentativo di reazione, impugnò la Beretta di ordinanza per cercare di sparare contro i sicari, ma sia Terranova che Mancuso furono raggiunti dai proiettili in varie parti del corpo. Al giudice Terranova i killer riservarono anche il colpo di grazia, sparandogli a bruciapelo alla nuca. La sua fedele guardia del corpo, Lenin Mancuso, morì dopo alcune ore di agonia in ospedale.

 

 

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