Un operaio 42 anni palermitano Vincenzo Ribaudo è morto in ospedale dopo il grave incidente durante i lavori di ristrutturazione alla Sirenetta a Mondello. Secondo una prima ricostruzione sarebbe caduto da un lucernario. Avrebbe sbattuto la testa. Le ferite provocate dalla caduta sono apparse subito gravi ai medici del 118 intervenuti nei pressi dell’incidente.
L’operaio è stato trasportato in gravissime condizioni all’ospedale Villa Sofia. E’ stato sottoposto ad un lunghissimo massaggio cardiaco, ma per lui non c’è stato nulla da fare. Sul luogo dell’incidente sono intervenute le volanti della polizia.
In questi giorni era stato inaugurato il piano terra del locale. E gli operai stavano lavorando al secondo piano per l’inaugurazione prevista per i prossimi giorni.
L’operaio di Belmonte Mezzagno lascia la moglie e due bambine
L’operaio Vincenzo Ribaudo, 42 anni, morto dopo essere caduto da un’impalcatura a Mondello durante i lavori di ristrutturazione del locale Sirenetta era di Belmonte Mezzagno.
Lascia la moglie e due bambine. Pare fosse il suo primo giorno di lavoro, era rientrato dopo un periodo di isolamento causa Covid. La zona del cantiere dove si è verificata l’ennesima morte sul lavoro è stata sequestrata.
Le indagini sono condotte dagli agenti della volanti e del commissariato di Mondello. L’area di ristorazione al piano terra era stata inaugurata in questi giorni. I titolari avevano intenzione di inaugurare il primo piano tra qualche giorno.
La tragedia di Avola
E’ morto dopo essere stato travolto dalle macerie un operaio che si trovava in un cantiere edile in via Caldarella, ad Avola, a sud di Siracusa.
La vittima si chiama Sebastiano Presti, 45 anni, sposato con 2 figli, ma nell’incidente sul lavoro, che si è verificato stamane alle 8,40, è rimasto ferito un altro operaio, trasportato in elisoccorso all’ospedale Cannizzaro di Catania.
Secondo una prima versione dei vigili del fuoco di Siracusa, si è verificato il crollo di un ballatoio di un’abitazione privata dove sono in corso dei lavori: sono stati gli stessi pompieri ad estrarre il corpo dell’operaio ma per lui non c’era più nulla da fare.
Le indagini sono in mano agli agenti del commissariato di polizia di Avola e della Squadra mobile di Siracusa che hanno sentito i primi testimoni per provare a ricostruire i momenti precedenti alla tragedia. Il cantiere, come disposto dalla Procura di Siracusa, è stato posto sotto sequestro al fine di compiere gli accertamenti ed accertare eventualità responsabilità.
Gli inquirenti stanno provando a verificare quali fossero le condizioni di sicurezza nel cantiere ma le attenzioni sono centrate sulle cause del crollo, se imputabile ad una fatalità o se vi sono delle responsabilità precise. Inoltre, la polizia intende svelare se gli operai avessero in dotazione tutti gli strumenti, elmetti ed altro, previsti dalle norme a tutela della salute dei lavoratori.
In aumento gli incidenti sul lavoro
Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro lo scorso mese di maggio sono state 219.262, in aumento di quasi 12 mila casi (+5,7%) rispetto alle 207.472 dei primi cinque mesi del 2020.
L’aumento del 5,7% dell’intero periodo è la sintesi di un calo delle denunce osservato nel primo trimestre gennaio-marzo (-9%) e di un aumento nel bimestre aprile-maggio (+44%), nel confronto tra i due anni.
I dati rilevati al 31 maggio di ciascun anno evidenziano nei primi cinque mesi del 2021 un aumento a livello nazionale del 10%, da 22.717 a 24.982 casi, degli infortuni in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro (complice il massiccio ricorso allo smart working nello scorso anno, a partire dal mese di marzo), e un incremento del 5,2%, da 184.755 a 194.280 denunce, di quelli avvenuti in occasione di lavoro, che sono calati dell’8% nel primo trimestre di quest’anno e aumentati del 37% nel bimestre aprile-maggio. Il numero degli infortuni sul lavoro denunciati è aumentato del 4,4% nella gestione Industria e servizi (dai 174.845 casi del 2020 ai 182.561 del 2021), dell’8,0% in Agricoltura (da 9.672 a 10.447) e del 14,4% nel Conto Stato (da 22.955 a 26.254).
Si osservano incrementi generalizzati in quasi tutti i settori produttivi tranne, in particolare, in quello della “Sanità e assistenza sociale”, che nei primi cinque mesi di quest’anno presenta una diminuzione del 36% (sintesi di un +163% del primo bimestre e di un -71% del periodo marzo-maggio) degli infortuni avvenuti in occasione di lavoro rispetto al pari periodo del 2020, pur distinguendosi ancora per numerosità di eventi, e nel settore dell’alloggio e ristorazione (-22,4%).
Dall’analisi territoriale emerge una diminuzione delle denunce soltanto nel Nord-Ovest (-9,5%), al contrario delle Isole (+17,3%), del Sud (+15,1%), del Centro (+14,3%) e del Nord-Est (+12,5%). Tra le regioni si registrano decrementi percentuali solo in Valle d’Aosta, Provincia autonoma di Trento, Piemonte e Lombardia, mentre gli incrementi percentuali più consistenti sono quelli di Basilicata, Molise e Campania.
Le denunce di incidente mortale sul lavoro presentate all’Istituto entro il mese di maggio sono state 434, due in più rispetto alle 432 registrate nei primi cinque mesi del 2020 (+0,5%).
Il confronto tra il 2020 e il 2021, come detto, richiede però cautela, in quanto i dati delle denunce mortali degli open data mensili, più di quelli delle denunce in complesso, sono provvisori e influenzati fortemente dalla pandemia, con il risultato di non conteggiare un rilevante numero di “tardive” denunce mortali da contagio da Covid-19, in particolare relative al mese di marzo 2020, entrate negli archivi solo nei mesi successivi alla fotografia scattata il 31 maggio 2020. Si fa notare, inoltre, che i decessi causati dal Covid19 avvengono dopo un periodo di tempo più o meno lungo intercorso dalla data del contagio.
Le reazioni alla tragedia di oggi
“Siamo profondamente addolorati per la morte dell’ennesimo operaio che ha perso la vita sul posto di lavoro ed esprimiamo la nostra vicinanza alla famiglia” dicono in una nota congiunta, il segretario regionale della Cisl, Sebastiano Cappuccio e quello della Filca Cisl, Paolo D’Anca. “Notizie come queste ci rammaricano fortemente e cresce sempre più la preoccupazione per un prezzo troppo alto di vite umane perse sul luogo di lavoro, che drammaticamente allunga il già tragico bollettino di morti, che ha visto nell’ultimo mese registrare un numero crescente di casi. Bisogna assolutamente fermare questa mattanza. La prevenzione deve essere l’imperativo di tutte le imprese e una priorità di condotta imprescindibile perché il sacrificio di uomini, che perdono la propria vita per portare a casa un pezzo di pane, non può essere più accettabile”.
“La sicurezza – concludono- non può essere un terno al lotto, per questo è necessario potenziare i controlli, aumentando il numero degli ispettori e prevedere urgentemente a istituire, come abbiamo più volte ribadito, una cabina di regia tra Inail, Inps e l’assessorato regionale al ramo per monitorare questo fenomeno drammatico sempre più dilagante, adottando tutte quelle misure adeguate per salvaguardare l’incolumità dei lavoratori e limitare i danni di questa emorragia”.
“Siamo stanchi di assistere a questi gravi episodi ribadendo sempre le stesse cose da anni, il numero degli Ispettori del lavoro è troppo basso, bisogna agire subito sul fronte della prevenzione e dei controlli. Siamo vicini alla famiglia del lavoratore deceduto oggi a Mondello” sostengono Leonardo La Piana segretario generale Cisl Palermo Trapani e Francesco Danese segretario generale Filca Cisl Palermo Trapani. “Le indagini chiariranno se ad essere fatale è stato il malore o la caduta dall’alto, ma riteniamo inaccettabile che dopo tanti anni in cui si parla di sicurezza sul lavoro, continuiamo a contare ogni giorno feriti e a volte incidenti più gravi. Siamo certi che la polizia giunta sul posto chiarirà le condizioni in cui operava il lavoratore e se la ditta ha rispettato tutti i criteri. Di fatto però ogni giorno è un bollettino di guerra, noi lo chiediamo da tempo: bisogna investire di più sugli organismi ispettivi e preventivi, e sui sistemi di prevenzione e di sicurezza sul lavoro per escludere incidenti e gravi episodi. E’ ora di dire basta le istituzioni diano priorità al tema, chi lavora deve tornare sano a casa”, concludono La Piana e Danese.
La Fillea e la Cgil Palermo si stringono ai familiari e ai colleghi di Vincenzo Ribaudo, l’operaio edile di 42 anni morto stamattina precipitando da un ponteggio del cantiere per la ristrutturazione dei locali della Sirenetta, a Valdesi.
“Si continua a morire di lavoro e il triste bilancio purtroppo non accenna a decrescere – dichiarano il segretario Fillea Cgil Palermo Salvatore Bono e il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo – Restiamo inermi di fronte all’ennesima tragedia che ha colpito il settore dell’edilizia, nonostante le innumerevoli campagne di sensibilizzazione al corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale e il continuo sollecito agli organi competenti per maggiori controlli nei cantieri, per garantire l’incolumità di quanti svolgono questo lavoro altamente rischioso”.
Fillea e Cgil attendono che gli investigatori chiariscano la dinamica dell’incidente, sul quale potrebbe avere influito un malore, come raccontato da alcune testimonianza, oppure la fretta, le temperature elevate o il mancato uso di adeguate protezioni.
“Tanti incidenti si sarebbero potuti evitare nei cantieri per colpa della fretta o per il lavoro nelle ore più assolate – aggiungono Salvatore Bono e Mario Ridulfo – E’ un rischio presente sempre. Chiariranno le indagini quali siano state le cause del incidente mortale avvenuto stamattina per la ristrutturazione dello storico locale di Mondello che con l’approssimarsi della bella stagione doveva essere consegnato per tornare a risplendere. Stavolta, però, il prezzo da pagare è stato troppo alto.
Un giovane edile stasera non farà più rientro in quella casa che ha lasciato stamattina all’alba per andare guadagnarsi da vivere. E questo fa troppo dolore e rabbia e noi non possiamo accettarlo”.
“Auspichiamo che l’ennesima vita spezzata sul lavoro possa scuotere le istituzioni competenti e inasprire oltre alle ispezioni e ai controlli anche le sanzioni per chi non rispetta le norme in materia di sicurezza sul lavoro – proseguono Bono e Ridulfo – Da tempo immemore i sindacati chiedono il potenziamento degli uffici ispettivi, il cui numero è troppo basso. Si risolvano al più presto queste carenze di organico ma intanto chiediamo che si proceda demandando ad altri organi, A un nucleo inter forze, per esempio con la polizia municipale, con un’adeguata formazione, il compito di effettuare i controlli nei cantieri affinché si possa fermare una volta e per tutte quella che ormai è diventata una strage”.
La Uil Sicilia e Palermo esprime massimo cordoglio ai familiari di Vincenzo Ribaudo, l’operaio morto stamattina sul lavoro. E lo stesso segretario Claudio Barone aggiunge: “In attesa che sia accertata l’esatta dinamica dell’incidente è intollerabile che ancora oggi, dal governo Musumeci, non arrivino risposte in merito all’ aumento e all’adeguamento della pianta organica degli ispettori del lavoro in Sicilia. Non si può parlare di semplice disattenzione – continua il leader della Uil -. Sembra ci sia una volontà precisa di non potenziare gli organismi di controllo. Senza controlli, però, le norme non possono funzionare. Chi continua, di fatto, a impedire la sicurezza sul lavoro ha la responsabilità morale di questi morti”. La Uil continuerà a battersi per ottenere più garanzie e tutele appoggiando la campagna social nazionale #Zero morti sul Lavoro.
Anche il segretario generale della FENEAL UIL TIRRENICA Pasquale De Vardo e la segreteria confederale UIL Sicilia Luisella Lionti – ammainano le bandiere listate a lutto e, stringendosi all’immenso dolore della famiglia, piangono la scomparsa di Vincenzo Ribaudo, nostro storico iscritto, che ha perso la vita svolgendo il proprio lavoro. Le morti sul lavoro sono il chiaro segno di sottosviluppo ed inciviltà, nonché rappresentano la tragica conseguenza del lavoro nero, della mancanza di tutele e dell’inadeguata attività di controllo. È inaccettabile che ancora oggi si possa morire di lavoro, il diritto alla sicurezza e alla salute non può essere negoziato né barattato o, peggio ancora considerato un optional concesso dal datore di lavoro, si tratta di un preciso diritto di ogni singolo lavoratore. Adesso basta, il lavoro nero deve essere fortemente osteggiato in ogni sua forma, non solo dagli organi preposti ai controlli, ma anche dai lavoratori e, soprattutto, dalle tante imprese sane che per lunghi anni hanno costituito il vero tessuto socio-economico del nostro territorio e che oggi subiscono la concorrenza sleale di chi senza scrupoli attua il massimo ribasso sulla pelle dei lavoratori. Troppo spesso le maestranze non ricevono la necessaria formazione sui rischi che corrono e contestualmente non ci sono i dovuti controlli, il lavoro ormai è diventato precario e sui precari non si fa formazione; purtroppo, come accade da troppo tempo, i caduti sul lavoro non fanno notizia e, alla stregua di un vergognoso bollettino di guerra, le vittime aumentano giornalmente. La morte di Vincenzo non può restare impunita e auspichiamo un fermo, deciso e rapido intervento della Magistratura che punisca eventuali responsabilità.
Continuano i segretari De Vardo e Lionti, “purtroppo il caro Vincenzo non tornerà più a casa dalla sua famiglia e, proprio per difenderne la memoria, comunichiamo sin d’ora che la Feneal Uil Tirrenica e la UIL Sicilia si costituiranno parte civile nell’eventuale procedimento penale che scaturirà a seguito dell’inchiesta giudiziaria, al tempo stesso, saremo accanto alla famiglia, alla quale offriamo il nostro sostegno legale per tutte le esigenze legate al tragico evento”. Questa disgrazia rappresenta l’amara conferma di quanto reiteratamente Feneal e Uil denunciano giornalmente riguardo i temi di prevenzione e sicurezza sul lavoro. Concludono Luisella Lionti e Pasquale De Vardo, a seguito di questo tragico evento chiediamo, ancora una volta, che si proceda ad una forte attività di contrasto alle illegalità e, in tal senso, invitiamo l’Ispettorato del Lavoro e lo Spresal a svolgere una lotta senza quartiere per colpire le troppe illegalità e punire i responsabili, fermando la triste mattanza dei lavoratori. Questo, però, può avvenire aumentando considerevolmente il numero degli Ispettori del lavoro e, allo stesso tempo, mettendo in campo un piano straordinario di controllo capillare di tutto il territorio. Si tratta di un preciso dovere morale finalizzato, in primis, a rendere onore ed omaggio alla memoria del povero Vincenzo Ribaudo e di tutte le troppe vittime innocenti cadute sul lavoro che, insieme alle loro famiglie, attendono che finalmente sia fatta giustizia.
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