Arriva l’epilogo dell’annosa questione delle multe elevate dalla polizia municipale di Palermo e notificate da una ditta privata.
I numeri sono da capogiro: 300mila atti notificati solo nel 2014, un terzo dei quali spedito fuori città tramite Poste Italiane.
A Palermo la notifica delle contravvenzioni è affidata a Sispi, che si avvale del consorzio Olimpo dopo una regolare gara d’ appalto. A Olimpo lavorano 39 impiegati che fungono da messi.
Cosa accade quando non si trova in casa il destinatario della notifica? Viene spedito per raccomandata l’ avviso di giacenza presso l’operatore privato. Pratica che è stata contestata.
Il Giornale di Sicilia di oggi cita anche una sentenza della Cassazione secondo cui la differenza sostanziale tra fornitore universale del servizio postale e messo comunale contrapposto al soggetto privato “è la qualità di pubblico ufficiale attribuita soltanto” ai primi due.
Recentemente sono stati inviati ai cittadini migliaia di avvisi bonari che gli suggerivano di ritirare la multa depositata per evitare more e aggravi di costi.
Un cittadino si era rivolto al giudice di pace di Palermo per contestare la mancata notifica di una multa di 296 euro che era stata consegnata dal messo privato non al destinatario ma al portiere dello stabile.
Il giudice aveva accolto il ricorso.
Il Comune ha fatto appello avendo la meglio. Ora, infatti, il giudice Claudia Turco, ha dato ragione al Comune sostenendo che “la figura del messo comunale, soggetto abilitato alla notifica, non presuppone l’ instaurazione di un rapporto di lavoro alle dipendenze del Comune, investendolo delle funzioni di notificazioni”.
Quindi “l’attività di messo notificatore può essere svolte sia in regime di autonomia che di subordinazione lavorativa”. In pratica vuol dire che le notifiche le possono fare tanto i messi del Consorzio (che hanno anche frequentato un corso di formazione del Comune) che quelli dell’ ente pubblico.
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