Una vera e propria tragedia. E’ questo il commento più frequente fra chi conosceva Samuele Fuschi, palermitano di 38 anni originario di Falsomiele che ha perso la vita questo pomeriggio in viale Regione Siciliana. Rabbia, dolore e frustrazione. Lascia una famiglia con quattro figli. Sul posto l’aria che tira è pesante. Tanti i familiari e i conoscenti che si sono radunati immediatamente sul posto. A vigilare sulla situazione ben dieci volanti della polizia di stato, quattro pattuglie della polizia municipale e i mezzi di soccorso del 118, giunti immediatamente sul luogo dell’incidente ma che, di fronte a quanto successo, hanno potuto soltanto constatare il decesso.
La tragedia in viale Regione Siciliana
L’uomo a bordo del suo motore, un Sh bianco, sarebbe caduto in corrispondenza di un avvallamento presente nella corsia di destra del raccordo autostradale. Secondo la ricostruzione degli agenti della municipale “non ci sarebbe alcuna relazione tra l’incidente e la buca che si formata nell’asfalto”. L’impatto è stato fatale. Il corpo è al momento coperto da un telo, in attesa dell’arrivo del medico legale. Nello stesso punto, nel 1989, era morto in un altro incidente, Gaspare Polizzi, un giovane di 19 anni.
La rabbia dei familiari
Sul posto c’era chi conosceva bene Samuele Fuschi. Come il suocero Salvatore Santoro, presente sul luogo dell’incidente. “Forse stava andando a trovare mia figlia che lavora in via Giafar. Questa buca si era aperta già tre giorni fa. Era più piccola ma c’era. Oggi si sarà allargata un po’ di più. Mio genero è passato di qua. Avrà cercato di scansarla in qualche modo e ci ha rimesso la vita”. Poi le lacrime. “Ha lasciato una moglie e quattro figli, uno dei quali piccolissimo. Questa è una grandissima tragedia che si poteva evitare”.
Sul posto c’era anche il più grande dei quattro figli di Samuele Fuschi, il diciottenne Alessio. “Mio padre era un lavoratore. Faceva il possibile per la sua famiglia. Era orgoglioso dei suoi figli. Un uomo eccezionale”. Adesso non è il momento di pensare al futuro, ma soltanto al presente. “Adesso ci prendiamo nostro padre e gli diamo una degna sepoltura. E’ il momento del dolore. Ma è chiaro che chiediamo giustizia”.
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