E’ morto Placido Rizzotto a 73 anni. “Corretto, appassionato e lottatore” così è ricordato da molti. Sono tre degli aggettivi che vengono affiancati a Placido Rizzotto, scomparso appena qualche ora fa. Lo scrivono direttamente dalla pagina Facebook del sindacalista della Cgil: “Da lottatore oggi ci ha lasciati Placido”. Con grande dolore, il mondo del lavoro e della giustizia sociale piange la sua scomparsa, lui che portava alto il suo stesso nome poiché nipote del celebre sindacalista assassinato dalla mafia negli anni ’40.

Placido è stato un attivista instancabile, parte di una rete di familiari di vittime di mafia che ha lottato per ottenere verità e giustizia. Ha impiegato decenni per scoprire i resti dello zio, suo omonimo, ucciso a colpi pistola e gettato in un pozzo a 34 anni.

Si è battuto per trovare i resti dello zio

Nipote del sindacalista ucciso dalla mafia il 10 marzo del 1948, Placido Rizzotto, si è sempre battuto per trovare i resti del corpo dello zio, ritrovati in parte dall’allora capitato Carlo Alberto dalla Chiesa nella foiba di Rocca Busambra. Una prima volta il tribunale aveva negato che quelli fossero i resti di Rizzotto e, negando la consegna ai familiari, non fu possibile avere una tomba. Il 9 marzo 2012 l’esame del Dna, comparato con quello estratto dal padre Carmelo, morto da tempo e riesumato per questo scopo, ha confermato che i resti trovati il 7 luglio 2009, dopo una lunga e difficile indagine condotta dalla polizia di Stato di Corleone, appartenevano a Rizzotto.

I resti sono stati recuperati da personale specializzato per interventi speleologici del comando provinciale vigili del fuoco di Palermo. Il 16 marzo 2012 il Consiglio dei ministri ha decido di eseguire i funerali di Stato. Il 24 maggio del 2012 a 64 anni dalla sua morte, sono stati celebrati i funerali alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Rizzotto fu uno dei più noti tra i 36 sindacalisti assassinati dalla mafia nel dopoguerra in Sicilia. Nel giorno del funerale il nipote prese la parola: “Zio Placido” – inizò così l’intervento di Placido Rizzotto – non ti ho mai conosciuto ma solo attraverso le parole appassionate di chi ti ha vissuto accanto: nonna Rosa ad esempio, che ho sempre visto vestita di nero”. Poi, ricordando i 42 sindacalisti uccisi da Cosa nostra ha ribadito: “Si deve riscriver la storia di questi uomini, chiediamo giustizia e verità per tutti loro – conclude – zio Placido riposa in pace, ora tocca a noi vincere”.

Il cordoglio

“Mio fratello Placido è volato in cielo” è così, che Angelo Rizzotto, fratello del sindacalista annuncia la dipartita. Placido ha lavorato incessantemente per promuovere condizioni di lavoro dignitose e giuste, sostenendo le istanze di chi ogni giorno si impegna per costruire un futuro migliore.

La notizia della sua scomparsa ha suscitato un’ondata di commozione tra coloro che lo conoscevano: “Con grande dolore scrivo questo post: è venuto a mancare Placido Rizzotto, nipote del sindacalista ucciso dalla mafia, di cui portava il nome. Placido faceva parte della grande rete di familiari di vittime innocenti delle mafie, era un cittadino impegnato in prima persona nella richiesta di verità e giustizia per tutti i sindacalisti uccisi dalla mafia. Una richiesta che si sostanziava anche nel loro riconoscimento mancato da parte di norme che, ad oggi, non riconoscono lo status di vittima di mafia a persone uccise prima del gennaio del 1961. Così come si è battuto per i diritti delle lavoratrici e lavoratori. Placido ci mancherà. Dal canto mio, ti cercherò con lo sguardo e non sarò rassicurata dal vederti tra gli altri. Alla tua famiglia un forte forte abbraccio di vicinanza affettuosa. A te rinnovo la mia promessa d’impegno per i valori in cui continuiamo a portare nell’impegno quotidiano. Grazie Placido, per tutto.” – ricorda Daniele Marcone -.

Poi ancora: “È morto Placido Rizzotto, sindacalista della CGIL e nipote del sindacalista ucciso dalla mafia a Corleone e di cui, con fierezza, portava nome e cognome. Placido ha combattuto per anni per scoprire i resti dello zio e ne ha tutelato la memoria. Porterò sempre con me i suoi abbracci e il grande affetto che ci legava. Buon viaggio amico mio” – ha scritto Giuseppe Antoci, Europarlamentare ed ex presidente del Parco dei Nebrodi -.

“Ciao Placido, nostro amico e prezioso compagno di viaggio – scrivono dalla cooperativa Placido Rizzotto Libera terra – Da quando si è costituita la nostra Cooperativa sei stato al nostro fianco. Hai sostenuto e incoraggiato il nostro lavoro sui beni confiscati nell’Alto Belice Corleonese. Il tuo sguardo, pieno di orgoglio mentre tenevi tra le mani una bottiglia di vino prodotto da Libera Terra, dedicato alla memoria di tuo Zio, resterà impresso nei nostri cuori. Caro amico che la terra ti sia lieve. Noi ti promettiamo che continueremo il nostro impegno nel tuo esempio. Terremo viva la memoria di tuo Zio, così come hai fatto tu per tutta la tua vita”.

Il ricordo di Antonio Matasso

È mancato a settantatré anni Placido Rizzotto, nipote omonimo del sindacalista socialista corleonese ucciso dalla mafia. Dirigente storico del Psi, partito a cui apparteneva il celebre zio, è stato attivo anche nel sindacato dei bancari. A ricordarlo è Antonio Matasso, presidente della Fondazione socialista antimafia “Carmelo Battaglia” e segretario regionale dei socialisti democratici di SD: «Placido Rizzotto ha mosso i primi passi nella giovanile socialista, collaborando poi alla segreteria politica di Enza Barillà, quando quest’ultima era assessore del Psi al comune di Palermo. Ha sempre rivendicato l’appartenenza dello zio omonimo al socialismo siciliano, anche di fronte a numerosi tentativi di distorcere la storia. Nel 2014 gli abbiamo conferito il Premio antimafia “Salvatore Carnevale”, come riconoscimento al suo impegno politico e sindacale a difesa dei più deboli, nel solco della tradizione familiare. Un uomo buono – conclude Matasso – con cui abbiamo condiviso e vinto la battaglia per far celebrare i funerali di Stato dello zio, tenutisi il 24 maggio 2012 a Corleone».

Il sindaco di Palermo Roberto Lagalla

“Esprimo il mio profondo cordoglio per la scomparsa di Placido Rizzotto. Ha speso la sua vita per cercare la verità e i resti del corpo dello zio, il sindacalista ucciso dalla mafia, a Corleone nel 1948. Una lunga battaglia di impegno civile portata avanti non solo in nome di Placido Rizzotto, ma anche di tutti i sindacalisti vittime della ferocia di Cosa nostra. Alla famiglia di Placido Rizzotto rivolgo la vicinanza dell’amministrazione comunale in questo momento di dolore”.
Lo ha detto il sindaco Roberto Lagalla.

I consiglieri e le consigliere di Palermo

«Esprimiamo il cordoglio per la morte di Placido Rizzotto, e la vicinanza ai suoi familiari e a coloro che hanno condiviso il suo percorso politico, sociale e di vita. Rizzotto è stato uno dei grandi esempi di impegno quotidiano per la giustizia sociale. Il suo impegno per la ricerca della verità sul barbaro assassino dello zio, la partecipazione al mondo del sindacalismo e la vicinanza alle famiglie di chi per questi valori ha sacrificato la vita, sono stati solo dei valorosi segmenti che hanno sempre sostenuto una visione di vita ben precisa e una cultura dell’antimafia che bisognerebbe custodire gelosamente».

Lo dichiarano i consiglieri e le consigliere comunali delle minoranze in Consiglio comunale a Palermo con una nota congiunta.

domani l’ultimo saluto a Placido Rizzotto, alle ore 11, a Palermo, nella chiesa del santissimo salvatore in corso dei Mille. Il ricordo del segretario Cgil Palermo Mario Ridulfo e di Dino Paternostro

I funerali e il ricordo della Cgil

L’ultimo saluto a Placido Rizzotto si terrà domani alle ore 11 alla chiesa del Santissimo Salvatore, in corso dei Mille, 751. “Non è facile per nessuno dovere dividere la storia personale e familiare con quella di un eroe e martire, come lo zio Placido Rizzotto. Ma Placido jr ha vissuto questa storia non come un peso ma come un privilegio, quello riservato a pochi, di vivere cioè due vite in una – dice il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo – Non solo ricordo ma un impegno vero, militante, da sindacalista e da socialista com’era, nel lavoro e nella vita di ogni giorno, fino all’ultimo. Un impegno totalizzante, quello per lo zio ucciso dalla mafia a Corleone, testimone di un modo diverso di fare antimafia in terra di mafia. Placido mancherà a tutti noi ogni giorno, mancherà il suo impegno, ma anche la sua leggerezza, l’empatia e la capacità, in una sola battuta, di strappare una risata. Toccherà ora a noi, assieme ai familiari e al fratello Angelo, continuare ad essere testimoni di una storia di impegno e di amore per questa terra”.

Placido Rizzotto jr, rappresentante della Fisac Cgil, il sindacato dei bancari, per anni si era battuto assieme alla Cgil per il ritrovamento del copro dello zio, buttato dalla mafia in una “ciacca” di Rocca Busambra per cancellarne ogni traccia. “Si sentiva un po’ il figlio che Placido Rizzotto non aveva fatto in tempo ad avere – aggiunge Dino Paternostro, responsabile dipartimento Archivio storico e Memoria della Cgil Palermo – Ad ogni anniversario la famiglia e la Cgil chiedevano allo Stato di trovare il corpo del segretario della Camera di Corleone, ucciso dalla mafia di Luciano Liggio e dai suoi scagnozzi, mai più ritrovato malgrado l’impegno dell’allora capitano carlo Alberto Dalla Chiesa nel lontano 1949-50. Ma lui, Placido Jr. lo chiedeva più di tutti, con più determinazione e con più forza di tutti, con più fede”.

“Quando poi Rizzotto fu ritrovato, nella ciacca di Rocca Bisambra, gli speleologi dei vigili del fuoco ci dissero, emozionati – aggiunge Paternostro – che da 60 anni Placido li stava aspettando aggrappato ad una roccia. Immediatamente, insieme alla Cgil, Placido jr lanciò l’idea dei funerali di Stato per Placido Rizzotto. Mai lo Stato aveva concesso questa onorificenza a un sindacalista ucciso dalla mafia. Ma allora – eravamo nel 2012 – furono deliberati dal Consiglio dei ministri. E il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, annunciò subito la sua partecipazione. Placido Jr. era raggiante ed emozionantissimo. Basta leggere o ascoltare le sue parole pronunciate durante la cerimonia del 24 maggio nella Chiesa Madre di Corleone. Ricordò lo zio, le lotte per il lavoro, per la terra, contro la mafia. E annunciò, in quel fatidico 24 maggio, “Non passi mai più la mafia”.

Quel giorno, un lungo corteo partì dalla Chiesa Madre fino al cimitero di Corleone, con tanti militanti provenienti da ogni regione d’Italia e tantissimi cittadini. “I balconi di Corleone erano finalmente spalancati – prosegue Paternostro – Sono queste le immagini con cui vogliamo ricordare Placido Rizzotto Jr. nel giorno della sua scomparsa. Non l’avremo più accanto nei cortei e nelle manifestazioni, ma lo porteremo tutti nel cuore. Lo custodiremo con cura, come si fa con le persone e con i compagni più cari”.

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