Giuseppe Zagone non è morto nell’indifferenza della comunità di Ventimiglia di Sicilia. Le esequie di Giuseppe si sono svolte oggi, 3 gennaio, nella chiesa di Maria Immacolata tra sguardi increduli e lacrime di commozione. A dare l’ultimo saluto alcuni compaesani, tra questi, mancavano i parenti della vittima indignati per il mancato rispetto della privacy. Un paese sotto shock per il tragico episodio che ha colpito un anziano di 92 anni, (novanta quando è deceduto), tenuto avvolto in un piumone per due anni all’interno di una cassa di legno costruita artigianalmente. “Ventimiglia non è un paese omertoso, siamo un paese tranquillo composto da persone prodighe al sociale – ha dichiarato il sindaco, Gino Anzalone – senza dubbio questo rappresenta un fatto grave ma nessuno di noi era a conoscenza di nulla, il figlio si vedeva di sfuggita in paese. Ci costituiremo parte civile in un eventuale processo per tutelare l’immagine del paese”.

A celebrare l’ultimo saluto a Giuseppe Zagone è stato Don Giuseppe D’Accardi, arrivato in parrocchia poco più di un anno fa: “Sono arrivato a Ventimiglia di Sicilia poco più di un anno fa, non conoscevo la famiglia, – ha detto – certamente la nostra è una comunità tranquilla, di brava gente, tutto questo ci ha lasciati sgomenti”.

L’omelia di Don Giuseppe

Sono state spese parole di conforto per la famiglia e per la comunità cittadina durante l’omelia. Don Giuseppe d’Accardi ha voluto sostenere i cittadini, affermando: “Tutta questa vicenda ha deturpato il volto della comunità che è amante della vita – ha detto – è una pagina che cercheremo di dimenticare anche se rimarrà nella nostra memoria. Preghiamo per il nostro fratello Giuseppe e per la conversione di chi si è reso responsabile di quanto accaduto”.

Nasconde il corpo del padre mummificato per percepire la pensione

Avrebbe tenuto il padre morto mummificato in casa per prendere la pensione. A scoprire il corpo dell’anziano novantaduenne avvolto in un piumone sono stati i parenti nel corso delle vacanze di Natale. Lo scrive il Giornale di Sicilia. Sulla storia familiare di Giuseppe Zagone di 92 anni, originario del capoluogo e domiciliato in un’abitazione di Ventimiglia di Sicilia, è stata aperta un’inchiesta coordinata dai magistrati della Procura di Termini Imerese, che hanno disposto l’autopsia sui resti mummificati. Il figlio che avrebbe ordito la macabra trama invece non si trova: avrebbe fatto perdere le proprie tracce.

Il corpo dell’anziano è stato trovato venerdì scorso, all’interno della sua umile abitazione di via Gottilla, una parallela del corso principale, nei pressi della sede delle suore del Collegio di Maria. Ad accorgersi della salma sarebbero stati alcuni familiari che erano andati a trovare il vecchietto per le festività natalizie. Giuseppe Zagone, secondo le prime indiscrezioni, sarebbe morto da almeno un anno, ma nessuno se ne era mai accorto, tanto che l’Inps aveva continuato a erogare l’assegno mensile della pensione che veniva accreditata presso l’ufficio postale del paese, per un totale di oltre 30 mila euro, che adesso dovranno essere recuperati. Sono intervenuti i carabinieri della stazione del paese per i rilievi.

I militari, che hanno trasmesso un rapporto alla magistratura, hanno trovato l’anziano avvolto in un piumone all’interno di una cassa come quelle che si usano per la cremazione dei cadaveri, costruita artigianalmente non si sa da chi, ma gli indizi sarebbero tutti a carico di uno dei tre figli che viveva con l’anziano. In attesa di ulteriori indagini, i carabinieri della compagnia di Bagheria hanno sottoposto l’abitazione a sequestro giudiziario. Giuseppe Zagone non si vedeva in giro per il paese ma nessuno si era chiesto il perché, data la sua età avanzata che avrebbe potuto costringerlo a casa.

I risultati dell’autopsia

E’ stata eseguita oggi all’istituto di medicina legale dell’ospedale Policlinico di Palermo l’autopsia sul corpo di Giuseppe Zagone, il palermitano, residente a Ventimiglia di Sicilia il cui cadavere è stato ritrovato venerdì della scorsa settimana nella casa in cui abitava il figlio. Da una prima analisi non ci sarebbero segni di violenza e la morte potrebbe risalire a gennaio del 2023, quindi due anni fa. Saranno i risultati degli esami che saranno eseguiti successivamente a dare le risposte attese dai carabinieri che indagano coordinati dalla procura.

Figli denunciati

Frattanto, due dei tre figli di Giuseppe Zagone sono stati denunciati per l’occultamento del cadavere e per avere percepito per due anni la pensione di 2500 euro. È stato il terzo figlio a chiedere l’intervento dei carabinieri perché non riusciva a vedere il padre da tempo. Se sarà accertata la morte a gennaio del 2023 dopo gli esami all’istituto di medicina legale dovranno essere recuperati circa 70 mila euro oltre gli interessi.

 

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