La famiglia di Giovanni Gnoffo vuole giustizia. Sono passati sei mesi da quando, il 19 ottobre 2023, l’operaio palermitano di 50 anni è morto durante lo svolgimento delle proprie mansioni all’interno di un cantiere edile di via Ugo La Malfa. Area ancora sotto sequestro e davanti alla quale, questa mattina, è stato realizzato un sit-in a sostegno della famiglia del lavoratore palermitano. Una moglie e tre figli che, ad oggi, aspettano ancora notizie. A radunarsi davanti i cancelli del cantiere c’erano familiari, alcuni amici e una rappresentanza del sindacato Cgil. Un gruppo di persone che ha sfidato il maltempo per ricordare la memoria dell’operaio deceduto sei mesi fa.
Per la famiglia di Gnoffo sono stati sei mesi lunghi. A raccontarne la storia è Monica Garofalo, vedova dell’operaio rimasto ucciso all’interno del cantiere di via Ugo La Malfa. “Quella mattina si è alzato per andare a lavoro come tutte le mattina. Mi disse ‘ci vediamo più tardi’. E invece ho ricevuto la chiamata in cui mi hanno comunicato l’incidente. Non avrei immaginato di ritrovarmi qui dopo sei mesi, così come non avrei immaginato che nessuno mi abbia cercato. Non c’è stato un sostegno psicologico, morale ed economico. Non ho visto a nessuno“.
A dare una mano morale ed economica alla signora e ai suoi tre figli, racconta la vedova, sono stati i familiari. Un sostegno importante che ha permesso alla moglie di Giovanni Gnoffo di potere andare avanti. “Mi sono sostenuta da sola, con l’aiuto della mia famiglia. E sono qui è solo grazie a loro. Questa battaglia non è solo mia, ma anche per altre famiglie. Chi non ha il sostegno, il coraggio o la forza, come fa ad andare avanti?”, si chiede la signora Garofalo di fronte a quanto successo.
Una storia sulla quale si è mobilitato il sindacato della Cgil. “Ci lascia sgomenti che, davanti a un dramma così devastante, una famiglia debba restare sola nel suo dolore in attesa di risposte che non si sa quando arriveranno – aggiunge Piero Ceraulo -. Rispetto a un tema oggi così attuale come quello delle stragi sul lavoro, riteniamo urgente avere giustizia e ampliare l’impianto normativo sugli appalti: il governo e il Parlamento, su pressione anche del sindacato, hanno riconosciuto la validità di alcune nostre proposte e stiamo vedendo i primi frutti. Ad esempio con l’introduzione della patente a punti, passaggio voluto fortemente dalla Fillea e dalle altre sigle, e con l’inasprimento delle sanzioni per gli appalti irregolari”.
Sulla vicenda Gnoffo, la Cassa Edile di Palermo ha precisato la sua posizione in una nota. “La Cassa Edile è presente e particolarmente sensibile alla tematica di sicurezza nei cantieri edili. Rispetto alla tragica vicenda di Giovanni Gnoffo, morto purtroppo sul lavoro, siamo vicini al dolore della famiglia. I nostri uffici hanno espletato con grande impulso tutti gli adempimenti per garantire alla famiglia e ai figli, i servizi che la cassa eroga quando si verificano queste tragiche vicende. Con l’occasione – aggiunge la presidente – si ricorda che la Cassa Edile espleta, su richiesta dei familiari, i seguenti servizi: spese lutto; sussidio funerario, APE 300 e assistenza scolastica e universitaria ai figli.”