Nel solo primo mese di quest’anno in Sicilia si contano già 4 morti sul lavoro. Un bilancio estremamente triste e impietoso, che rappresenta in pieno le condizioni in cui si trovano a dover operare, ogni giorno, i lavoratori siciliani. I dati vengono dall’Inail e sono stati rielaborati dall’osservatorio del lavoro Vega engineering che distingue in Italia le zone per diverso colore, rosso, arancione, giallo e bianco, così come si faceva fino a pochi mesi fa, durante la pandemia.
In questo caso è stato individuato come criterio di valutazione l’indice di incidenza medio, pari a 1,4 morti ogni milione di lavoratori: a finire in zona rossa al termine del primo mese del 2022, con un’incidenza maggiore del 25% rispetto alla media nazionale la Puglia, il Molise, la Sicilia, il Trentino Alto Adige, l’Emilia Romagna e il Friuli Venezia Giulia. In zona arancione, si piazzano la Sardegna, le Marche e la Lombardia; in zona gialla la Toscana, il Lazio e la Campania. In ultimo, la zona bianca: il Veneto, il Piemonte, l’Abruzzo, la Basilicata, la Calabria, la Liguria, l’Umbria e la Valle D’Aosta.
E non solo di morti si tratta: soltanto a gennaio di quest’anno in Sicilia le denunce di infortuni sul lavoro sono state 2.488, 684 in più rispetto allo stesso mese del 2021. Tra il 2020 e il 2021, le denunce di infortuni sono cresciute del 6,8 per cento, passando da 22.120 a 23.624: solo a Palermo sono state 5.385, mentre nel 2020 erano state 4.985. Se si guarda, invece, ad una più ampia prospettiva temporale, i dati siciliani sono in miglioramento almeno per quanto riguarda gli infortuni femminili denunciati in Sicilia nel 2021: sono stati 5 contro i 7 casi del 2020.
Secondo i dati presentati in occasione della Giornata internazionale della donna, la consulenza statistico-attuariale dell’Inail ha rilevato che, nel quinquennio 2016-2020, emerge una riduzione complessiva del 10,8% delle denunce di infortunio presentate. Se si guarda, al genere, tra gli uomini si è registrata una diminuzione del 20,3%, mentre le denunce di infortunio delle lavoratrici sono invece aumentate del 6,3%.