“Ci eravamo conosciuti in un villaggio Elim a Chiaramonte Gulfi”, è così che comincia a tracciare il suo ricordo Daniele Merenda, “non ci vedevamo da tanti anni io e Ruben, la triste notizia della sua dipartita mi è arrivata tramite un altro amico in comune”. Da qualche anno era diventato professore di tecnologia meccanica, il lavoro lo aveva fatto volare fino Mantova dove insegnava presso l’Istituto superiore Fermi. Amava le moto ma era anche di fede evangelista, lì dove le strade di Daniele Merenda e Ruben Saccio si erano incrociate.

“Oggi come ieri e nei giorni a venire, la nostra comunità piangerà l’assenza del nostro amato Ruben e con lui, martellante sarà il pensiero rivolto agli altri ragazzi e alle rispettive famiglie coinvolte in questa tragedia”, scrive la chiesa evangelica Adi Villafrati.

Il ricordo

“Mi ricordo di lui come un ragazzo solare, pieno di vita e sempre sorridente – ricorda Daniele – so che da qualche anno aveva realizzato il suo sogno, quello di diventare professore”. Era diventato docente nonostante la giovane età però Ruben aveva anche un’altra passione: quella per il motociclismo. Una passione nata da bambino che ha coltivato fino all’adolescenza. “Eri una potenza con quella R6 a 14 anni quando hai vinto a Racalmuto” si legge in un commento sui social.

“Il ricordo che mi porterò sempre con me e per cui si contraddistingueva Ruben era la forza con cui affrontava ogni cosa”, aggiunge Daniele.
Si moltiplicano i messaggi di cordoglio in memoria del 25enne: “Voglio ricordarti così, con i tuoi fratelli Ruben Saccio …con tutti noi e con un “CIAO PROF” mandato qualche settimana fa…Questa notizia ha spiazzato tutti…tu così buono, solare, disponibile intelligente…non riesco a credere che sia vero…quando stai lontano da casa e conosci belle persone come te, è come avere una seconda famiglia…ho il cuore a pezzi…in questo post ringraziavi tutti per l’anno bello trascorso assieme…oggi ringrazio io te per tutto…RIP, TI VOGLIO BENE”, ricorda sui social una collega.

Incidente mortale sulla Palermo Agrigento

Il tachimetro della Seat Leon coinvolta nel tragico incidente di sabato mattina sarebbe rimasto bloccato a 80 chilometri orari dopo lo schianto, un valore che supererebbe di poco il limite di 70 imposto su quel tratto della statale Palermo-Agrigento, all’altezza dello svincolo di Bolognetta.

Tante ipotesi messe al vaglio

Il dato, emerso durante i primi rilievi effettuati dagli investigatori, fornirebbe un indizio importante sulle ipotesi della tragedia. Sebbene l’auto viaggiasse leggermente oltre la soglia consentita, sembrerebbe esclusa la velocità eccessiva come il fattore scatenante dell’impatto frontale con l’autocisterna. Le indagini sono appena iniziate ma, oltre a questo elemento non di poco conto, i carabinieri della compagnia di Misilmeri verificheranno con attenzione altre possibili concause, come un colpo di sonno da parte di uno dei conducenti, un’improvvisa distrazione, una manovra azzardata o una perdita di aderenza dovuta alla strada resa viscida dalla pioggia. Non è escluso nemmeno un ipotetico guasto alla Seat che potrebbe essere stato determinante specialmente all’ingresso di una doppia curva insidiosa come quella “incriminata” dove peraltro negli anni passati si sono registrati altri incidenti. Il fatto acclarato è che questo tratto della statale SS121 è tristemente noto per la sua pericolosità. La dinamica è ancora da chiarire,  saranno fondamentali i rilievi eseguiti sulla carreggiata, gli accertamenti tossicologici e l’autopsia sul corpo di Ruben Saccio, 25 anni, che guidava la vettura.

 

 

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