Palermo

Morte e rinascita di Igor Belfiore, ha donato la vita ad altri, “Adesso vorrei sapere chi ha il suo cuore”

La vita di Igor Belfiore non è finita. Ha solo cambiato natura, sembianze e colori. Igor è venuto a mancare il 24 gennaio del 2024, un anno fa, da quel giorno la missione dei genitori, mamma Samanta e papà Stefano, è solo una: trovare il cuore del figlio che ora batte dentro un altro corpo. Dopo 365 giorni i compagni, gli amici e gli affetti di quell’appena diciottenne tengono ancora vivo il suo ricordo. Anche chi non lo conosceva lo celebrerà. Daniele Inzerillo, è un uomo di 40 anni la cui vita è stata stravolta (in positivo) con la donazione di un organo di Igor. Con tenacia è riuscito a risalire al nome dei genitori del donatore e anche attraverso una serie di casuali eventi e ad oggi, è considerato come parte della famiglia Belfiore: “ Igor è il mio angelo – racconta Daniele – lo porto sempre con me. Un grazie non sarà mai abbastanza. Nei prossimi mesi andrò ad Acate a trovarlo, non vedo l’ora”.

La storia di Igor Belfiore, “voglio solo abbracciare la persona che ha il cuore di mio figlio”

Il 13 gennaio 2024 la vita di Igor, un giovane di appena 18 anni, ha subìto un drammatico epilogo. “Tutto è iniziato con un malessere che sembrava innocuo: febbre a 38 e brividi di freddo – ha raccontato la madre – dopo qualche giorno la sua condizione non è migliorata fino a quando, un mercoledì notte, il dolore addominale e il suo malessere generalizzato ci ha allarmato quindi, decidiamo di portarlo all’ospedale di Vittoria”.

Giunti al nosocomio, dopo una serie di esami si giunge ad una prima diagnosi: il giovane aveva in corso un’epatite. La situazione richiedeva un intervento urgente. Igor è stato trasferito d’urgenza all’Ismett di Palermo dove i medici hanno deciso di procedere con un trapianto di fegato. L’intervento è andato bene ma la gioia della famiglia sembra essere durata poco. “Il trapianto era andato bene ma a quanto pare – aggiunge la madre – l’edema non si era assorbito. Poi la mattina del 24 gennaio ci hanno comunicato il decesso”.

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Igor Belfiore muore all’età di 18 anni, a causa di quello che i medici hanno ricondotto all’effetto del paracetamolo assunto giorni prima. “Non mi do pace, mio figlio era sano come un pesce – dice Samanta – faceva sport, non ha mai fumato né bevuto. Secondo i medici, a causare il decesso, potrebbe essere stato l’effetto del paracetamolo”.

Dopo un anno, mamma Samanta e papà Stefano lanciano lo stesso appello: conoscere la persona a cui hanno trapiantato il cuore di Igor. “Vogliamo solo sapere se le 4 persone che hanno ricevuto gli organi di mio figlio stanno bene – dichiara Samanta – e magari anche abbracciarle”.

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Daniele Inzerillo si ritiene una persona fortunata. Il suo passato racconta di continui appuntamenti in ospedale fin dalla tenera età di 3 anni. “Mi è stata diagnosticata la sindrome di Alport, i miei reni hanno cominciato a non funzionare bene, avevo necessità di sottopormi ad un trapianto oppure avrei dovuto fare dialisi per tutta la vita, l’idea mi terrorizzava”. Dopo diverse peripezie, il 24 gennaio 2024 alle 21.54 lo chiamano dall’Ismett, il giorno dopo Daniele è sotto ai ferri, felice di aver ricevuto una seconda possibilità. Dal giorno dopo l’intervento, l’unico pensiero è stato sapere chi fosse l’angelo che porterà per sempre dentro di sé.

L’incontro tra Daniele e la famiglia Belfiore è stata pura casualità, probabilmente, per chi ci crede, un segno del destino. Dopo aver letto un annuncio di Stefano Belfiore, tramite un gruppo su Facebook, Daniele si è fatto avanti. Da quel giorno mamma Samanta, papà Stefano e Daniele non si sono mai più lasciati.

Il gruppo dei donatori

Sono più di 400 le persone che oggi compongono il gruppo Facebook “Donatori e trapianti d’organi 2024 incontriamoci”. Il trapianto d’organi rappresenta una seconda possibilità di vita per molti. le famiglie trovano conforto nel sapere che la vita dei loro cari continua a vivere attraverso qualcun altro: è a partire dai social che vogliono creare un’opportunità di incontro e dialogo.

“Invitiamo le famiglie di donatori e riceventi ad iscriversi – dichiara una componente del gruppo – così da poterci incontrare creando un senso di comunità”.

 

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