Palermo

Mimma Faia morta di precarietà, la denuncia delle associazioni

Mimma Faia, 38 anni, è morta al Policlinico di Palermo dopo due mesi di agonia a seguito di una folgorazione subita mentre lavorava in una trattoria in corso dei Mille. La sua scomparsa, avvenuta il giorno prima del suo 39esimo compleanno, ha lasciato un vuoto profondo nella comunità e sollevato un’ondata di dolore e rabbia. Mimma era conosciuta e stimata per la sua tenacia e dignità, impegnata nella lotta per la casa e per il benessere della sua famiglia. “Avevamo conosciuto Mimma poco meno di un anno fa, lì, a casa sua, allo Sperone; eppure Mimma è subito diventata un punto di riferimento per noi. La sua lotta per la casa e per prendersi cura della sua famiglia era e rimarrà sempre per noi un esempio di tenacia e dignità: un faro che sa orientare; anche nel buio di momenti come questo”, ricordano le Associazioni Inquilini e Abitanti.

Il dolore e la rabbia della comunità

La comunità si stringe attorno al dolore dei figli, della sorella, del compagno e di tutti coloro che hanno conosciuto e amato Mimma. “Ci stringiamo attorno al dolore dei figli, della sorella, del compagno, dei vicini e anche di tutte le altre persone che hanno voluto bene e sostenuto Mimma. E che grazie a lei abbiamo avuto il piacere di conoscere, sentendoci anche, di farne parte. La comunità di Mimma”. Ma al dolore si aggiunge la rabbia per una tragedia considerata evitabile, conseguenza di una precarietà sociale ed economica che ha costretto Mimma ad accettare un lavoro insicuro e sfruttato. “Nei giorni più neri, nel giorno più difficile forse, quello del suo funerale, il pensiero è rivolto ovviamente alla cura: dei suoi affetti, dei suoi cari, di tutto ciò – tanto – che ci ha lasciato. Ma il vuoto è grande, troppo grande, così tanto da lasciare spazio anche ad altri sentimenti che non siano solo il dolore e l’amore: c’è rabbia, c’è moltissima rabbia! La morte di Mimma non è un tragico incidente: sono state le condizioni di precarietà sociale ed economica a costringerla a prendersi un lavoro insicuro e sfruttato che l’ha portata alla morte”.

Le denunce delle associazioni

Le Associazioni Inquilini e Abitanti puntano il dito contro le politiche che hanno contribuito a creare la situazione di precarietà in cui si trovava Mimma. Dalla difficoltà di accesso ad alloggi a prezzi accessibili, al distacco dell’acqua per morosità, all’impossibilità di allacciarsi regolarmente alle utenze per chi occupa immobili abbandonati, fino alla soppressione del reddito di cittadinanza, che costringe molti ad accettare lavori precari e senza garanzie. “Mimma lottava contro la cecità, l’inutilità della politica e delle istituzioni pubbliche. Ne era emblema e protagonista diretta”. Ricordano inoltre la battaglia per la sanatoria, che avrebbe permesso a molti di regolarizzare la propria situazione abitativa, ostacolata e poi revocata. “Come Asia USB abbiamo lottato tanto nell’ultimo anno per conquistare la sanatoria, che avrebbe permesso a tanti di regolarizzarsi e garantire il proprio diritto alla casa, per una boccata d’aria dai ricatti di una vita nell’assenza di diritti di base, come l’acqua e la residenza; purtroppo è stata ostacolata e revocata”.

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La richiesta di giustizia e la lotta per il cambiamento

Le associazioni chiedono giustizia per Mimma e maggiori controlli sulla sicurezza sul lavoro, proponendo l’istituzione del reato di omicidio sul lavoro. “Capiamo e condividiamo la rabbia contro coloro i quali, da gestori di attività, avrebbero dovuto garantire condizioni di sicurezza; e saremo dunque al fianco della famiglia per pretendere giustizia. Ma oltre ai colpevoli diretti, per noi, esistono dei complici e questi sono da ricercare tra gli scranni della politica, nelle istituzioni, nello Stato”. Riconoscono la responsabilità dei datori di lavoro che non hanno garantito condizioni di sicurezza, ma individuano anche una corresponsabilità della politica e delle istituzioni. “Nelle condizioni in cui era Mimma ci sono migliaia di persone nella nostra città e pensiamo che per tenere vivo il suo ricordo dobbiamo continuare a portare in alto la sua lotta, che è la lotta di tutti/e. Perché quella di Mimma non è solamente una tragedia casuale: Mimma è morta di precarietà con la complicità dello Stato! Per Mimma e per chi resta noi continuiamo a lottare! Con Mimma nel Cuore!”

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