- Le indagini sul bengalese trovato morto in un maneggio
- Il giallo di Cardillo e la tesi della prostituzione e del malore
- Sotto analisi le videocamere di videosorveglianza della zona
Cause “non riconducibili a omicidio”, queste le indicazione che provengono dall’autopsia eseguita sul cadavere del bengalese di 45 anni trovato in un maneggio di Cardillo, a Palermo. L’uomo, da quello che traspare dall’esame, non sarebbe stato ucciso ma avrebbe accusato un malore. Però qualcuno avrebbe potuto aiutarlo visto che l’uomo non sarebbe stato solo.
Un tanga e un reggiseno vicino al cadavere
La morte dell’uomo è stata scoperta lunedì scorso in un maneggio di Cardillo. L’uomo era originario del Bangladesh ma viveva alla Vucciria da anni. La polizia lo ha ritrovato vicino un tanga e un reggiseno. Elementi che potrebbero aiutare ad arrivare all’ultima persona che lo ha visto e che lo avrebbe potuto aiutare salvare. Gli agenti del commissariato San Lorenzo stanno cercando di capire chi sia stata l’ultima persona ad aver visto l’uomo domenica notte.
Continuano le indagini
Le indagini dei poliziotti del commissariato San Lorenzo hanno imboccato la pista del giro della prostituzione. I gestori del maneggio Riders Club, accanto al residence Città giardino in viale Regione Siciliana, hanno trovato l’uomo senza vita in una stalla. Sul corpo non c’erano segni di violenza. Il suo motociclo era parcheggiato poco distante dal maneggio. Nessuno lo aveva mai visto prima in zona.
Le analisi delle videocamere
I poliziotti hanno ascoltato i familiari, le persone che vivevano con lui, per tracciare un quadro delle sue abitudini e delle sue frequentazioni. Di sicuro, viveva in città da anni e non aveva avuto problemi con la giustizia. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Anna Battaglia, dopo l’esito dell’autopsia d’ieri sembrano indirizzate nel classificare il decesso come dovuto a cause naturali. Ma i dubbi sono ancora tanti. La polizia sta analizzando le telecamere di videosorveglianza piazzate nella zona.
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