Sarà l’autopsia disposta dalla Procura a dare una spiegazione alla morte di Katia Spataro, la ragazzina deceduta domenica pomeriggio nel sonno. Un’altra tragedia scuote Palermo, ed in particolare il quartiere Sperone.
Contrariamente a quanto riportato in un primo momento dagli organi di informazione, Katia aveva 14 anni. Una giovanissima, una adolescente strappata all’affetto dei suoi cari. Anche se si pensa che a stroncare Katia possa essere stato un arresto cardiaco, sarà proprio l’esame autoptico a dare maggiori dettagli sulle cause del decesso. Allo stato attuale si sa soltanto che Katia, per cause da accertare, non si è più risvegliata.
I familiari si sono accorti che non respirava più. Un dolore immenso che ha gettato nello sconforto l’intero quartiere e tutti coloro che la conoscevano. La giovane palermitana frequentava l’istituto comprensivo Di Vittorio, ma alla scuola preferiva la parrocchia e l’oratorio.
Sul sito web dell’istituto Di Vittorio campeggia un messaggio di cordoglio. Vi si legge: “La dirigente scolastica, il corpo docente – ed in particolare i docenti del corso D – e l’intera comunità scolastica, con sgomento e profonda tristezza, si stringono all’immenso dolore della famiglia Spataro per la prematura scomparsa di Katia.
Siamo affettuosamente vicini alla famiglia in questa tragica circostanza”.
“Aveva da poco chiesto il battesimo. Voleva battezzarsi, diventare una cristiana. Stava bene nella nostra comunità” dice padre Ugo Di Marzo, della parrocchia Santa Maria delle Grazie a Roccella, distrutto dal dolore.
“Esuberante, ribelle. Non frequentava facilmente la scuola – aggiunge il parroco, che all’istituto Di Vittorio era anche il suo docente di religione -. Era gioiosa, allegra, solare e a suo modo molto generosa. Ieri pomeriggio aveva mal di testa, si è coricata ed è morta nel sonno. Quando il fratello è entrato nella sua cameretta, lei non si è più svegliata”. Il sacerdote prosegue: “Faceva parte di quella fetta di studenti legati alla dispersione scolastica. Non voleva andare a scuola. Però amava la chiesa, la parrocchia, il nostro oratorio. E lo frequentava volentieri”. Adesso sono proprio i ragazzi dell’oratorio a non darsi pace per l’improvvisa perdita della loro amica. “Quello che è successo non ha senso – conclude padre Di Marzo -. E’ dura anche per noi da accettare, per noi che siamo uomini di chiesa, per noi che crediamo in Dio. Le domande sono tante. In questo momento non possiamo far altro che unirci e dare forza anche ai ragazzi. Un quartiere intero piange per Katia. Amava l’estate, in inverno tornava a eclissarsi”.