“Ci eravamo lamentati per l’immobilismo del governo, dobbiamo ricrederci. Forse è meglio, molto meglio quando l’esecutivo dorme. Quando entra in azione sa solo fare danni e coprirsi di ridicolo. Qui è andato oltre: ha gettato discredito sulle istituzioni”.
“È un’azione – afferma Giancarlo Cancelleri – che scredita il Parlamento e, di conseguenza, la Sicilia, considerato che Mori e De Donno sono imputati nel processo trattativa, un processo importante per la Sicilia e l’Italia. Qui siamo all’assoluzione preventiva. Alle uscite estemporanee e nettamente sopra le righe di Sgarbi e Micciché potremmo anche essere abituati. Vorremmo sapere, però, che ne pensa Musumeci, che ancora una volta si fa notare per il suo imbarazzante silenzio. Perché così Sgarbi e Micciché sono il gatto e la volpe e Musumeci il pinocchio che si fa abbindolare”.
“Al Crocetta del centro destra, che giorno dopo giorno si sta dimostrando sempre più un fantoccio nelle mani dei partiti – prosegue Cancelleri – vorremmo ricordare che fino a qualche mese fa è stato presidente della commissione antimafia. Non può far passare sotto silenzio la vicenda. Se non riesce a far fare retromarcia al duo Sgarbi-Micciché, ne prenda almeno le dovute distanze”.
Ma è subito botta e risposta con l’assessore Sgarbi che non tarda a controreplicare: “Siamo di fronte ad un caso cosiddetto scolastico di ‘analfabetismo funzionale’: non esiste nel nostro ordinamento giuridico l’assoluzione preventiva’, ma, al contrario, la ‘presunzione d’innocenza’, scolpita nella nostra carta costituzionale – sottolinea -. Un elementare principio di civiltà giuridica sconosciuto all’ignaro geometra. La sola ‘vergogna’, pertanto, è che il generale dell’Arma dei Carabinieri Mario Mori, eroe, e più volte assolto, sia considerato colpevole perché imputato per ragioni politiche. E’ inaccettabile la posizione politica e contro lo Stato di Pm come Antonino Di Matteo (contestato duramente anche da Fiammetta Borsellino che ne ha sottolineato le gravi lacune nell’inchiesta sulla morte del padre) che nelle sue requisitorie tendenziose ha infamato due presidenti della Repubblica, prima il Scalfaro e poi Napolitano. L’inchiesta di Palermo è illegittima – conclude Sgarbi -. Mori e Di Donno sono uomini di Stato. E, colpo di scena, il documentario di Ambrogio Crespi su Mori è stato già presentato alla Camera dei Deputati. A testa bassa devono andare i 5 stelle, gli stessi incriminati per le firme false”.