Una lunga scia nera di morte e distruzione. Un pugno nello stomaco per tutti coloro i quali vivono ed hanno vissuto gli spazi verdi della riserva naturale di Monte Pellegrino. Questo ha lasciato la serie di incendi che, a partire dalla notte di Ferragosto, ha nuovamente devastato l’area verde di Palermo. Ad essere colpita in particolare la zona compresa fra la “Scala Vecchia” e il Castello Utveggio, strutture storico-monumentali rimaste illese dalla foga delle fiamme. Chi ha pagato il prezzo più altro, come al solito, è la natura.
Fatto reso evidente da tutta la serie di alberi e piante rimaste irrimediabilmente bruciate dai roghi. Un disastro che si può notare durante la risalita verso il santuario di Santa Rosalia. L’ennesima ferita già devastata dagli incendi negli ultimi anni e per la quale si stava mettendo in campo un intervento di riforestazione finanziato con fondi europei. Ma i nuovi roghi costringeranno, con ogni probabilità, alla ricerca di ulteriori risorse per potere rimettere in sesto, per quanto possibile, la riserva naturale. Un conto salato da pagare e che arriva a pochi anni di distanza dall’ultimo incendio che devastò le aree verdi di Monte Pellegrino. Era il 2016 infatti quando tutta la parte nei pressi delle falde prese fuoco, causando un danno immane all’ecosistema. Sette anni nei quali si sono verificati ulteriori roghi che hanno lacerato la montagna, come quello che si sviluppò nei pressi delle mura che circondano il cimitero dei Rotoli verificatosi un paio d’anni fà. Un lasso di tempo nel quale la politica ha provato a porre rimedio ai danni causati dalla mano dell’uomo.
Ciò attraverso il ricorso ai fondi europei del PON Metro 2014-20, in particolare ad un capitolo di spesa da cinque milioni di euro per garantire la riforestazione delle aree colpite. Intervento inserito all’interno del piano triennale delle opere pubbliche e che, secondo quanto messo nero su bianco dall’assessore Andrea Mineo e dal dirigente Roberto Raineri in una lettera di risposta ad un’interrogazione presentata dalla consigliera di Progetto Palermo Mariangela di Gangi, “è stato finanziato, aggiudicato ed è in fase di esecuzione, con conclusione prevista per il mese di ottobre”.
Al momento, sulle aree coinvolte nell’incendio del 2016, è previsto una suddivisione delle superfici “particelle e sottoparticelle forestali in cui sono previsti interventi di rimboschimento, sottopiantagione e rinfoltimento prevedendo la messa a dimora di alberi e arbusti della macchia mediterranea, con l’obiettivo diavviare i processi di rinaturalizzazione. Per ottimizzare tali processi è stato anche previsto un diradamento selettivo. Tali superfici, boscate a conifere ed eucalipti, percorse da incendio nell’anno 2016, sono state individuate in quanto ritenute prioritarie dal punto di vista della prevenzione incendi stante l’incombente pericolo di nuova propagazione per l’enorme quantitativo di massa legnosa morta ivi insistente e da rimuovere. Oggetto d’intervento è anche il ripristino di parte della sentieristica e/o piste forestali che favoriranno eventuali interventi antincendio”. Aree che non sono state coinvolte dai roghi di metà agosto e sulle quali potrà quindi continuare l’opera di riforestazione. Non si può dire lo stesse delle zona falcidiate dalle fiamme di recente, sulle quali bisognerà fare una stima dei danni.