I monopattini a Palermo continuano ad essere pericolosi. Anche quando sono fermi, visto che chi li “posteggia” non sempre è accurato nel farlo e nel non mettere in pericolo gli altri. Come è successo ieri, ad esempio, nella zona pedonale di via Ruggiero Settimo, davanti a Zara.
Una donna ferita
Uno di questi monopattini era infatti parcheggiato al centro del marciapiede, ma ovviamente tra la folla non si vedeva . Una signora dunque se l’è ritrovato davanti ed è caduta a faccia in giù, battendo la testa. Il mancato rispetto delle regole, in assenza totale di controlli, sta rendendo veramente difficile la vita ai pedoni che, oltre a dovere scansare le innumerevoli buche su asfalto e marciapiedi, devono cercare di sopravvivere anche ai mezzi cosiddetti “green”, utilizzati in modo selvaggio.
Il problema dei mezzi green a Palermo
Ormai da mesi monopattini, bici elettriche e a volte scooter che sfrecciano in mezzo la folla, a pochi centimetri dai pedoni, specie tra i bambini, sono un caso. Anche quei tavolini dei locali, che qualche volta sono messi letteralmente in mezzo alla strada, non aiutano di certo. Insomma per fare una passeggiata si deve fare una gimcana.
Le parole della Amato
E i controlli? Ci sono, ma ce ne saranno ancora di più. Parola di Margherita Amato, comandante della polizia municipale: “Ma non si deve pretendere uno stato di polizia e un vigili ad ogni angolo. La nostra presenza è costante, anche se magari non è appariscente. Abbiamo un presidio ai Quattro Canti – dice la Amato -. È una zona ormai iperfrequentata, ma c’è del pregiudizio anche sulla mancanza di controlli. Noi stiamo “sul pezzo”, siamo operativi nonostante la carenza di personale, ma non possiamo di certo controllare ogni singolo mezzo elettrico o non che entra nella zona pedonale 24 ore al giorno. Se ci fosse più equilibrio e una maggiore collaborazione, un rispetto delle regole, ci sarebbe senza alcun dubbio una migliore convivenza».
Sui controlli, la Amato ha detto che «il telelaser e le multe ai monopattini e alle biciclette elettriche non sono state di certo accantonate, anzi. Ci sono molte attività sommerse che magari non pubblicizziamo ma che facciamo, eccome”.
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