Paolo Mondani, il giornalista di Report autore del reportage sui possibili collegamenti tra mafia ed eversione di destra, era stato convocato dai magistrati della Procura di Caltanissetta un mese prima di mandare in onda il servizio. L’autore del reportage dal titolo “La Bestia Nera” ha raccontato questo retroscena a Casa Minutella, il talk show prodotto da BlogSicilia. Ecco, parola per parola, cosa ha detto Mondani: ’“Un mese fa fui convocato dalla Procura di Caltanissetta per capire perché io stavo facendo delle interviste. Siccome non avevo mandato in onda nulla, non avevo scritto nulla, chiesi a loro se l’Ordinamento nostro prevede che sul giornalista venga fatto un lavoro preventivo, su quello che sta pensando, sulle fonti che sta incontrando e sulle interviste che sta facendo. Opposi il segreto professionale su tutte le cose che mi riguardavano. Mi fu risposto che se io avessi mandato in onda alcune di quelle cose, mi avrebbero smentito. Prima ancora di sapere cosa avrei mandato in onda”.
Mondani ha poi raccontato di aver scoperto di essere stato pedinato, filmato e intercettato nel periodo precedente alla messa in onda del servizio.
“Non è gradevole per un giornalista subire un trattamento di questo tipo – spiega Mondani – e poi scoprire, su un decreto di perquisizione, di essere stato seguito, filmato, pedinato e ascoltato. Non so più se questo ha senso. Non voglio fare la vittima, non me ne importa nulla. In questo incontro mi fu detto, ‘ma lei non rischia di bruciare le indagini?’ E io risposi, ‘bruciare le indagini che non sono state fatte per trenta anni?’”.
Al giornalista, il giorno successivo alla messa in onda della trasmissione è stato notificato un decreto di perquisizione da parte della Procura di Caltanissetta. Il provvedimento è stato ritirato nelle ore successive. Il punto centrale della ricostruzione di Report indicava la possibile presenza a Capaci, nei mesi precedenti alla strage del 23 maggio, di Stefano Delle Chiaie, esponente politico dell’estrema destra negli anni settanta, considerato un personaggio centrale della cosiddetta “strategia della tensione”. La presenza di Delle Chiaie a Capaci venne indicata dal collaboratore di giustizia Alberto Lo Cicero, e poi confermata dalla sua compagna
Per Mondani, “è curioso che la Procura di Caltanissetta mi chieda, o mi contesti il fatto– rispetto alla credibilità di Alberto Lo Cicero – che nei verbali ufficiali queste cose Lo Cicero non le ha dette: non ha parlato di Stefano Delle Chiaie. Dopodiché, nel decreto di perquisizione mi si chiede di produrre i verbali di sommarie informazioni di Alberto Lo Cicero, ovvero quelli precedenti. Quelli nei quali Lo Cicero mise a verbale quella notizia”.
Nel decreto di perquisizione era previsto il prelievo di tutti gli appunti e tutti gli apparati informatici. “Si attenta alle mie fonti e alla possibilità che io possa continuare questo lavoro. Le fonti – ricorda il giornalista di Report – non solo soltanto quelle di Paolo Mondani ma quelle del servizio pubblico”.
Mondani ha spiegato di aver impiegato quasi due anni per completare questa prima parte dell’inchiesta. “Ma quale finito? – assicura il giornalista – abbiamo moltissimo da dire, abbiamo solo cominciato”.