- Docente palermitano selezionato dal Miur per partecipare al progetto “La scuola in tivù”
- L’esperienza di Pietro Crimi che si racconta a BlogSicilia
- La sua riflessione sulla scuola ai tempi del Covid19 e sul futuro formativo dei ragazzi
- L’importanza dell’utilizzo delle nuove tecnologie e l’attenzione per le tematiche ambientali
Cinquantanove anni, trentaquattro dei quali trascorsi tra i banchi di scuola insieme ai ragazzi, una grande passione per l’insegnamento e la ferrea convinzione che da questo periodo di emergenza pandemica, ed anche educativa, sarà possibile, con le giuste metodologie, ‘tirare fuori’ dagli studenti il meglio.
Il professore Pietro Crimi
Il segreto, sta forse, come ammette, nel “vedere sempre il bicchiere mezzo pieno” e nell’avere una grande fiducia nel futuro.
Lui è Pietro Crimi, geologo e docente di scienze della terra e scienze naturali all’istituto secondario superiore “Alessandro Volta” di Palermo. Stimato dai colleghi e apprezzato dai suoi ragazzi, per i quali è un vero e proprio punto di riferimento, Crimi è stato l’unico insegnante siciliano a partecipare a “La scuola in tivù”, il progetto realizzato da Rai e ministero dell’Istruzione su tutte le materie del curricolo scolastico con lezioni da 30 minuti.
Il progetto “La scuola in tivù”
E lo stesso Crimi a raccontare a BlogSicilia come è nato il progetto e la sua esperienza in tal senso.
“E’ una iniziativa davvero importante – racconta -. La Rai e il ministero dell’Istruzione hanno fatto una convenzione il cui obiettivo principale è stato quello di non lasciare soli i ragazzi durante il lockdown dello scorso anno e la sospensione delle lezioni in presenza, e che è continuato anche tra settembre e dicembre dell’anno scolastico in corso. Sono nate così le video lezioni su grandi temi trasmesse su Rai Scuola e RaiPlay. Molte realtà italiane non sono purtroppo coperte da internet, e molte famiglie devono fare i conti con la didattica digitale integrata. Credo sia una ottima occasione per sviluppare tecnologie didattiche innovative.
La Rai è stata davvero molto sensibile, selezionando una ventina di docenti, indicati dal Miur, che potessero con le loro competenze arricchire il progetto. Gli insegnanti di materie scientifiche sono stati scelti sulla base dell’esperienza maturata nell’ambito della didattica laboratoriale.
Io mi sono occupato di prevenzione dei rischi ambientali e problematiche legate ai cambiamenti climatici e meteorologici.
Da geologo credo fermamente che queste tematiche vadano affrontate e trasmesse in un’ottica precisa che è quella dell’educazione all’ambiente e al territorio senza dimenticare mai lo sviluppo sostenibile indicato da Agenda 2030 (L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – in un grande programma d’azione per un totale di 169 ‘target’ o traguardi. L’avvio ufficiale degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ha coinciso con l’inizio del 2016, guidando il mondo sulla strada da percorrere nell’arco dei prossimi 15 anni: i Paesi, infatti, si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030, ndr).
La pianificazione del territorio passa necessariamente dallo sviluppo sostenibile: solo così si potrà creare una coscienza di appartenenza al nostro territorio”.
La partecipazione alla Fiera Didacta
Ma l’impegno di Crimi per un insegnamento all’altezza delle nuove sfide che ci attendono all’orizzonte formativo non è finito qui. Qualche giorno fa ha partecipato, per la terza volta, a Didacta, la Fiera internazionale per la ricerca e l’innovazione nella scuola svoltasi quest’anno, per ovvie ragioni, online.
“Un’esperienza – racconta ancora a BlogSicilia Crimi – davvero interessante e stimolante. La Fiera mette a frutto le esperienze europee nelle metodologie laboratoriali legate a percorsi di orientamento alle attività professionali e alle strumentazioni tecnologiche utili.
Io ho partecipato con la presentazione di un ‘laboratorio povero’: si tratta di un laboratorio che a poco costo e con materiali facilmente reperibili si può allestire in qualunque classe scolastica. Ho tenuto un workshop formativo nel corso del quale ho declinato un laboratorio di sviluppo sostenibile che a mio avviso è il grande tema del futuro. Ma lo sviluppo sostenibile è ancora tutto in essere, attende di essere adeguatamente pianificato”.
La scuola ai tempi del Covid19
Al professore Crimi chiediamo una riflessione sulla scuola ai tempi del Covid19.
“Sicuramente viviamo – commenta – un momento di grande caos che incide sull’aspetto formativo e psicologico dei ragazzi. Ma deve cambiare l’approccio: bisogna far tesoro della didattica integrata ed applicarla anche a contesti non emergenziali. I miei studenti hanno risposto bene ma anche qui bisogna approdare ad una pianificazione strategica un po’ più omogenea che coniughi, integrandole, la didattica in presenza e quella telematica. Ci troviamo, con la pandemia, di fronte ad un fatto epocale, storico, che mi fa pensare all’evoluzione naturale. Darwin diceva che le specie si adattano ai cambiamenti lottando per l’esistenza. Ecco, io credo che sia necessario imparare a gestire i cambiamenti anche repentini, anche in un momento difficile.
I ragazzi sono motivati se i loro insegnanti sono in grado di motivarli.
Dico spesso, anche ai miei colleghi più giovani di me, che bisogna usare benevolenza con i ragazzi, venire loro incontro in tutti i modi possibili.
La riflessione sul futuro del territorio
Da attento osservatore della società circostante, il professore Crimi osserva: “Si parla tanto, anche ai ragazzi, di cittadinanza attiva e digitalizzata. Si parla di tante cose, di transizione ecologica, ad esempio. Io credo che sia necessario cambiare atteggiamento e ribaltare il nostro modo di pensare.
Bisogna essere sì cittadini del mondo ma soprattutto valorizzare il nostro territorio.
Ci vogliono figure formative e professionali serie che abbiamo a cuore i territori, che vanno tutelati e valorizzati. In questo la politica deve fare la propria parte e cambiare obiettivi, pensare ad una progettualità su questi temi”.
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