“Fare cronaca deve restare un pilastro della democrazia. Raccontare i fatti non può diventare sinonimo di paura, ma è diritto e dovere del giornalista. Non è ammissibile quello che è accaduto stamattina a due colleghe che seguivano a Palermo per il Giornale di Sicilia e per Palermo Today la cronaca del funerale della ragazza morta qualche giorno fa in un incidente stradale. Qualcuno degli amici della giovane non ha gradito – non si capisce perché – riprese video e foto e si è rivolto alle colleghe con urla, spintoni e minacce”. Così il segretario regionale dell’Associazione siciliana della stampa Giuseppe Rizzuto, assieme al segretario della sezione di Palermo Gianluca Caltanissetta e alla segretaria del Gruppo cronisti siciliano Claudia Brunetto.
I rappresentanti del sindacato unitario dei giornalisti sottolineano: “Stiamo vivendo una settimana particolarmente dolorosa per l’informazione siciliana in appena due giorni abbiamo dovuto apprendere con sgomento dell’auto bruciata a una collega e, subito dopo, dell’aggressione con minacce ad altre due giornaliste. Unica colpa? Informare. Alle colleghe ribadiamo massima vicinanza e sostegno”.
Sulla questione interviene anche l’Ordine dei Giornalisti di Sicilia. “Sono situazioni che non possiamo accettare – dice il presidente dell’Odg Sicilia Roberto Gueli – perché a essere attaccato è fondamentalmente il diritto dei cittadini a essere informati”. L’Ordine dei giornalisti Sicilia stigmatizza questo ennesimo attacco a giornalisti “colpevoli”, secondo qualcuno, di esercitare una professione che è quella di raccontare e documentare fatti di cronaca. L’Ordine esprime solidarietà alle due colleghe, peraltro in un momento in cui fatti di questo genere si avvicendano tristemente: solo pochi giorni fa è stata data alle fiamme l’auto di una giornalista palermitana.
Si dicono indignati i familiari e gli amici “Ci teniamo a rispondere che le giornaliste in questione – sostengono in una lunga nota – forti di quelli che sono i valori a noi trasmessi dalle nostre famiglie, sono state trattate in modo totalmente diverso da quanto riportato, sicché il sottoscritto è stato avvicinato da una delle 2 giornaliste, di cui posso dire essere una donna bionda come unico tratto distintivo dato che ne sconosco il nome, la qualifica e la testata giornalistica per la quale lavora, alla richiesta di fornirle il mio nome, chiesi se si trattasse di una giornalista e alla sua risposta affermativa, liberando lo stesso responsabile delle pompe funebri il quale mi chiese se volessi farli allontanare, risposi quanto segue: “Guardi, io ho grande rispetto per il ruolo che ricopre e capisco l’importanza del reperimento delle informazioni nello strutturare la notizia. Ma in merito mi sento di chiederle di rispettare il dolore pertanto non rilasciano ne interviste ne dichiarazioni. Mi scusi”